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Malagò-Maddaloni, asse per Scampia

Ilnumero 1 del Coni devolve il primo stipendio alla Star Judo. Eora la Cittadella dello sport

La vita di Giovanni Maddaloni è come un puzzle. Ci sono mille tessere e ognuna ha il suo scopo: costruire la fotografia positiva di Scampia. Nel 2000 il figlio Pino campione olimpico, poi la costruzione della palestra a due passi dalle vele, e ancora gli ambulatori di prevenzione e la collaborazione con le scuole del territorio. Per completare il puzzle ora manca la tessera più grande: la cittadella dello sport. «Perché – spiega il maestro – il messaggio della legalità attraverso lo sport passa soprattutto per le strutture, i luoghi di aggregazione dove i ragazzi possono capire e scegliere il tipo di vita da percorrere». E oggi sembra aver trovato il suo più grande alleato nel presidente del Coni Giovanni Malagò (nella foto). Ai due bastò una telefonata per capirsi all’indomani degli allarmi lanciati sulla possibile chiusura della Star judo club. «Alle 21 squillò il mio cellulare – ricorda Maddaloni – fissammo un appuntamento. Volevo presentargli la nostra attività. Mi disse che si era documentato e voleva sapere di cosa avessi bisogno. Potevamo chiedere soldi, ma il nostro obiettivo è la cittadella dello sport. La sua decisione di devolvere il primo stipendio mi fa pensare che per l’Italia questo è il momento degli uomini d’oro, dal Papa al presidente del Coni».
La cittadella è un progetto nato dalla collaborazione di Ministero della Difesa, Politiche giovanili, Pari opportunità, Coni. Cinque milioni da destinare alla ristrutturazione della dismessa caserma Boscariello in via Miano. Ventimila metri quadri, quattro palestre da mille metri ciascuno, attrezzistica, ginnastica, arti marziali, boxe, volley, basket. Duemila metri per un parco esterno con campo di bocce, poi ludoteca, ambulatori. «Servono cinque milioni di euro. La Regione ne ha bloccati 87 per l’impiantistica sportiva ed è anche per questo che vorrei parlare, senza riuscirvi, con il presidente Caldoro». Tessere di un puzzle come gli ambulatori di prevenzione gratuita, la palestra gratuita per le famiglie, gli accordi con il tribunale dei minori, le carceri di Nisida ed Airola, le attività con la Gerbera Gialla per le vittime di mafia. L’ultimo petalo è la collaborazione con il Comune «per portare tre volte la settimana 118 ragazzi in palestra dal Corso Secondigliano, dai sette palazzi, dalla Toscanella, dalla scuola Carlo Levi. Un percorso nato grazie all’assessore allo sport Giuseppina Tommasielli, alla sua collaboratrice Lucia Russo, alla Napoli Sociale ed all’autista Antonio Musella».
Proprio l’assessore Tommasielli in una lettera inviata al presidente del Coni nella quale lo ringrazia per la «raffinata sensibilità» dimostrata nel devolvere il primo stipendio da massimo esponente del Coni alla palestra Maddaloni di Scampia chiede un incontro «per far si che il grande patrimonio di impiantistica sportiva, specialmente di tipo natatorio del Comune di Napoli, possa essere al centro di un programma condiviso di rilancio e di ristrutturazione per essere messo a disposizione della città dove si registra il più alto tasso di dispersione sportiva nelle fasce adolescenziali. Napoli ha dato sempre un grande contributo al medagliere nazionale in tutti gli sport, con successi e podi guadagnati a fronte di immani sacrifici ed ostinata tenacia dei nostri atleti. Le chiedo quindi, signor presidente, un’attenzione particolare per la terza città d’Italia, per la città dove più di tutte le altre, lo sport può essere antidoto al disagio minorile e giovanile».

Fonte: Il Mattino

La Redazione

P.S.

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