Allenò la Juve e affrontò il grande Napoli di Maradona, fu travolto 5-1 in Supercoppa al San Paolo. Gigi Maifredi, ora direttore tecnico del Brescia, rivede con piacere il ritorno degli azzurri nella lotta per lo scudetto.
«Quello che tutt’Italia si aspettava, l’inserimento di una squadra diversa a lottare per il titolo. Il Napoli deve credere nello scudetto, la conseguenza dell’ottimo lavoro di Mazzarri in questi anni».
Come è avvenuta la crescita definitiva degli azzurri?
«Adesso Mazzarri ha anche riserve all’altezza della situazione. La rosa è sicuramente più completa, questo è fondamentale. Se vuoi vincere lo scudetto non puoi contare solo su 12-13 giocatori ma almeno su 17-18 più o meno di pari livello. Ad esempio a me è piaciuto moltissimo Dzemaili, ha fatto girare bene la squadra».
E poi?
«E poi la crescita come mentalità. Vincere aiuta a vincere. I risultati conquistati in questi anni hanno fatto aumentare l’autostima nel gruppo. Adesso in campo il Napoli va con un’altra sicurezza, non si accontenta e affronta ogni partita con la consapevolezza di poterla vincere».
Juve-Napoli, chi è favorito?
«Un duello alla pari, la Juve ha una grande mentalità, il Napoli una grande qualità in attacco. Cinquanta e cinquanta, queste sono le mie percentuali».
Chi ha più pressione?
«Stare avanti è sempre meglio. Chi insegue non può sbagliare, altrimenti ci si ritrova nel baratro. Ma il Napoli fino allo scontro diretto può recuperare qualcosa».
Sabato il Napoli gioca a Roma con la Lazio, la Juve ospita la Fiorentina: chi rischia di più?
«Secondo me la Juventus perchè la Fiorentina ha ottenuto una bella vittoria sul Parma. La Lazio invece con la sconfitta di Genova è fuori dalla lotta scudetto e quindi potrà accusare il contraccolpo. Il Napoli se prosegue con la convinzione delle ultime partite può vincere anche all’Olimpico».
Cavani, l’uomo in più?
«Cavani è un fenomeno, un attaccante che tutti gli allenatori vorrebbero avere ma non solo per i gol. Non sta un attimo fermo, corre, recupera palloni, aiuta la difesa, un giocatore molto generoso».
Hamsik, ormai un top player?
«Hamsik lo conosco da ragazzino a Brescia. Lo dissi ad Altobelli nelle sue prime partite che avevamo davanti un fenomeno, Calciava di destro, sinistro, batteva i rigori. Ero convinto che avesse fatto carriera e così è stato. Ora è un vero top player».
Gli uomini in più della Juve?
«Innanzitutto Pirlo, fa girare la squadra, detta i tempi, il vero uomo in più. E subito dopo Buffon, un grande campione che ha vinto tutto e ha grandissimo carisma. Ma la vera forza della Juve sta nel collettivo».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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