NAPOLI – Le facce a volte parlano: «Sto meglio» . E in quell’espressione anche gioiosa, di chi appena dodici giorni fa era in sala operatoria, c’è il desiderio di rimettersi a correre per fare in tempo: Roma-Napoli è la prossima, vuoi vedere che Christian Maggio riuscirà ad esserci? La domanda s’insegue spontanea, però nasce e muore lì, sulla tribuna del san Paolo, perché altro è impossibile dire: sbilanciarsi non ha senso, va valutato il ginocchio, reduce dall’intervento al menisco del 25 settembre, e dunque… «Ma sto meglio». E si vede, e si sente dal tono dalla voce, e se ne potrà avere la prova-provata stamani, dieci e trenta, quando a Castelvolturno Maggio ricomincerà sul serio, dopo la rieducazione, e si riavvicinerà alla partita.
L’ATTESA – Ma poi c’è dell’altro, anzi c’è tutto un altro Napoli, e che Napoli, che va osservato da vicino, per riportarlo in condizione, per tenerselo pronto per la supersfida alla riapertura del campionato, dopo una sosta ch’è stata giudicata “santa e benedetta” e che serve proprio per leccarsi le ferite e magari guarirle. Higuain, si parte da lui, il top player, quaranta milioni di euro in infermeria e un’assenza occultata da quel Pandev che s’è messo a fare anche el pipita: ha saltato l’Arsenal, ha preferito rinunciare al Livorno, ha detto – di conseguenza – “no” alla Nazionale argentina e va a tastare quei muscoli affaticati, che a Londra l’hanno abbandonato, che alla vigilia del match di ieri sembravano già più rilassati. Ma andare al confronto con il destino non aveva alcun senso e dunque da stamani terapie e allenamenti.
PERICOLO – Chi sta peggio è Albiol, che a Londra c’era e che dunque i postumi d’una fatica suppletiva li ha messi in conto: era uscito contro il Genoa, al termine del primo tempo; niente Livorno e il timore che per lui pure quella con la Roma possa essere una partita da consumare nervosamente in tribuna. Ma il tempo abbonda, poco meno di due settimane, e il riposo (e lo staff medico) può consentire a volte anche miracoli: Albiol è probabilmente quello che sta peggio, ma lo spagnolo non demorde.
LA NECESSITA’ – Era da un bel po’ che Zuniga doveva rallentare: ma il campionato, la Champions e la Nazionale l’hanno reclamato e il colombiano ha resistito ad oltranza, avendo comunque percezione di non pregiudicare la propria stagione. Poi, verificato l’umano “appesantimento” dopo la sfida con l’Arsenal, e createsi le condizioni per sistemarsi al box, s’è concesso un turno di sosta, ha evitato anche il trasferimento in Sud America (una gara in Patria, in Colombia, e un’altra in Paraguay). Però da Castelvolturno ne partono in dieci: e quei tre che restano, hanno già qualcosa di serio a cosa pensare. Scommettiamo che si tratta di Roma-Napoli?
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
L.D.M.
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