Qua la mano, anzi la firma: perché ormai il dettaglio è tra le pieghe d’un contratto stilato a voce, sulla fiducia, in un patto tra gentiluomini che Aurelio De Laurentiis e Cristian Maggio hanno già sottoscritto, attraverso un abbraccio e un sì che può fare persino a meno della modulistica federale. Cosa sarà mai una firma, a questo punto, dopo essersi detto tutto, promesse comprese?
PARLA DE LAURENTIIS -E’ fatta, da un po’, con soddisfazione reciproca. E’ fatta e manca solo l’annuncio ufficiale, che, come per Hamsik, sarà di competenza di De Laurentiis, che rientrà in Italia domenica e che nel corso della prossima settimana potrebbe rimuovere quel velo impalpabile che resiste. Maggio e il Napoli, ancora assieme, ben oltre il 2013, la data limite segnata all’origine della liasion: per ora, dovesse finire, divorzio legale nel 2014. Ma chi ha poi detto che non debba essere matrimonio a oltranza, fino alla chiusura della carriera?
LA FRECCIA AZZURRA- Maggio arriva nell’estate del 2008, lo vuole Reja (che l’ha avuto al Vicenza e lo ha fatto debuttare in serie A), lo acquista Marino: è il massimo sforzo, a quei tempi, che costa otto milioni euro. Però è la spinta ulteriore per fare il salto di qualità, una forza d’urto sulla corsia di destra che sostiene la crescita d’un gruppo già pieno di Lavezzi, Cannavaro, Hamsik, Gargano ma che ha bisogno di ulteriore autorevolezza. Maggio diventa il punto di riferimento, l’esterno che contribuisce ad assaltare l’Europa: segna con buona continuità – quattro reti a stagione – supera lo choc di un infortunio che gli costa sei mesi.
IL MONDIALE- Il carattere dell’uomo pronto a qualsiasi fatica lo spinge ad osare, ad accorciare i tempi di recupero, a restare indifferente all’arrivo di Zuniga, che viene acquistato per sopperire all’assenza di Maggio e deve adattarsi, invece, a sinistra: perché intanto la freccia azzurra è ripartita, ha ritrovato Mazzarri, salutato con un gol al suo arrivo e poi è andata spedita in Nazionale, prima con Lippi che lo ha portato al Mondiale in Sud Africa, poi con Prandelli che lo ha confermato nel gruppo, fino a farne un pilastro verso la Polonia e l’Ucraina.
VOGLIA DI SAN PAOLO- I contratti si aggiornano molto prima che scadano e Cristian Maggio non ha mai nascosto il suo desiderio di restare a Napoli, in quel san Paolo in cui ad ogni gol offre un inchino di ringraziamento alla curva: e ora, ch’è fatta, non resta che aspettare De Laurentiis e gli autografi su quei fogli che sanno di nulla, perché tanto ciò che conta è il desiderio comune di stare ancora assieme. Non più sino al 2013, ma fino al 2014; non più con una cifra che oscilla intorno al milione e duecentomila euro, ma con il comprensibile ritocco.
LE BANDIERE- E dunque: Cannavaro ha rinnovato, Hamsik ha rinnovato, e adesso l’ha (praticamente) fatto Cristian Maggio, trent’anni tra un mesetto, da quattro stagioni al Napoli, con almeno altre due e mezzo garantite in quello stadio che ha rappresentato un volano, pardon un binario. E’ la vecchia guardia che si fa strada a spallate, che ignora l’usura del tempo, che spinge per la scelta di vita, preferendo Napoli, la via nuova del calcio. Da percorrere di corsa, accelerando a destra.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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