Di seguito vi proponiamo l’intervista integrale di Maggio rilasciata ai tifosi nell’incontro tenutosi a Folgarida
Maggio: “Chi è più forte tra Higuain e Cavani? Ho avuto la fortuna di giocare con entrambi. E’ chiaro che sono due giocatori molto diversi. Cavani arrivava da un club poco blasonato come Palermo e si vedeva che aveva voglia di sfondare. Higuain invece è diverso: viene dal Real Madrid, ma anche lui ha molta voglia di dimostrare il suo valore, spero ci dia ancora una grossa mano per tanti anni”.
“Troppa ressa durante le foto e gli autografi? In tutta sincerità non saprei cosa dire, siete tanti tifosi. Ci siamo organizzati. Stiamo uscendo solo in 2 per riuscire a fare tutta la fila di tifosi. E’ chiaro che anche per noi a volte non è facile perchè siete in tanti. Ci si potrebbe organizzare meglio ma non sono io a doverlo dire o a fare qualcosa”.
“Dopo l’ultima sconfitta contro la Lazio in campionato eravamo molto rammaricati, sapevamo di aver compromesso una stagione che non era da buttare. Arrivando in Champions avremmo salvato la stagione. Personalmente cerco sempre di dare una mano ad un compagno se lo vedo in difficoltà. Andujar, Higuain e Britos ridevano sull’aereo? Se il giorno dopo una brutta sconfitta come quella, loro si fanno una foto in aereo e ridono, beh, posso farci poco, la vita è la loro ed ognuno fa quello che vuole”.
“Massimo impegno? In 8 anni non ho mai smesso di sudare la maglia, questo è poco ma sicuro. Poi è chiaro, ci sono annate e annate. Quando c’era Mazzarri, siamo arrivati 2° e nessuno diceva niente. Quando le cose cominciamo a non andare come volete voi, allora le critiche vengono fuori. Ripeto, ci sono annate che vanno bene e altre che vanno meno bene. Tuttavia lo scorso anno non è stata un’annata molto positiva e lo sappiamo, ma non butterei tutto di quello che è successo. Salutare i tifosi in trasferta? Lo faremo, dovremmo venire tutti a salutarvi.Ritiro punitivo? Dopo il ritiro che De Laurentiis ci ha imposto abbiamo fatto una serie di risultati utili positivi, ma il problema era che non riuscivamo a vedere i nostri familiari. Eppure in quel momento ero d’accordo con la società. Non è bello per nessuno stare in ritiro, ma se è a fin di bene queste cose devono essere fatte”.
Dai nostri inviati a Dimaro, Ciro Troise, Stefano D’Angelo e Antonio Balasco
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