Stavolta, niente corse, scatti e accelerazioni sulla corsia di destra: stavolta si procede con cautela, perché conviene, perché c’è la possibilità di fermarlo e poi (anche) perché l’appuntamento-principe è fissato per il 20 maggio. Stavolta Maggio può prendersela anche un po’ comodo, tanto le lastre gli hanno detto che sì, sta bene, può ritenersi clinicamente guarito, e però sempre preferibile non esagerare. Un paio di giorni di differenziato e di piscina, un’occhiatina ai compagni che si allenavano più in là, soprattutto le risposte positive del fisico che l’ha indotto a credere d’essere ormai prossimo al rientro: probabile, quasi certo, che ciò possa accadere nel prossimo turno di campionato.
LA GENESI – Londra è sempre e comunque l’epicentro del malessere e dei malanni e a Stamford Bridge le illusioni di Christian Maggio vanno in frantumi ancor prima che scoppino quelle del Napoli: l’impatto con Sturridge avviene al 25′ del primo tempo, proprio nei pressi della panchina, che intuisce d’essere in presenza di qualcosa di serio, una forte contusione o chi può dirlo. Ma passano appena due minuti ed i primi effetti pregiudiezievoli emergono per interi: Sturridge ha campo, può crossare liberamente – perché Maggio zoppica – proprio come piace a Droga. 1-0 Chelsea e fuori la freccia azzurra, che passa in infermeria, teme per qualche giorno, poi riceve confortanti risposte strumentali: non ci sono lesioni muscolari ma una semplice e pur fortissima contusione. Catastrofismo iniziale rimosso. Per cominciare, e ci mancherebbe, niente Udinese e niente Catania: il minimo che possa capitare. Però Maggio ha “puntato” forte sulla Juventus; “sente” il piede, la coscia, la gamba: si produce in allunghi infrasettimanali e si mette in marcia verso l’Olimpico di Torino, che gli prepara uno scherzetto: perché al minuto 25 – di nuovo – il fluidificante deve arrendersi e lasciare il suo posto a Dossena. Tutto come in Inghilterra. Cos’è successo?
BREVE STOP – In realtà, niente che possa preoccupare; in soldoni, quanto basta per far saltare qualche altra partita: Maggio non può andare all’Olimpico (di Roma, stavolta); né affrontare l’Atalanta, ma può cominciare a scaldarsi per il prossimo turno di campionato, che gli concede qualche altro giorno per recuperare appieno. I flessori sono a posto, si va avanti rispettando appieno la tabella e per il rush finale serviranno forze fresche: Maggio si rimetterà a corricchiare assieme con i compagni alla ripresa, tasterà se stesso attraverso le sedute canoniche e poi deciderà se stavolta varrà la pena. Ma le sensazioni sembrano positive.
L’EUROPA CHIAMA – Dunque, sei partite di campionato da giocare in sequenza; poi la finale di Coppa Italia con la Juventus che rappresenta un traguardo per chiunque e figuarsi un po’ per chi va a mille; ed ancora, a seguire, le convocazioni della nazionale: ci sono gli Europei in Polonia ed Ucraina e Maggio rientra tra gli uomini di maggior affidamento per il ct Prandelli. Per ora, l’ottimismo e la volontà spingono a pensare che sabato sera, sulla fascia destra del Napoli, rientri l’ex sampdoriano, uno dei “titolarissimi” di Mazzarri: l’ecografia della settimana scorsa spinge a crederci e dopo aver dovuto saltare quattro gare e mezza (quasi cinque), anche il desiderio di ricominciare rappresenta un indizio favorevole.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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