Ora che anche la quinta del campionato svizzero diventa un Everest su cui arrampicarsi, un ottomila che ti costringe a soffrire, dannarti, affannarti, disperarti, allora forse è giunto il momento di mettere in discussione qualcosa, all’interno del Napoli. Come minimo le idee che sostengono il progetto tecnico,o l’ adeguatezza di alcuni uomini per svolgere i compiti che l’ allenatore indica. Christian Maggio, il capitano e uno dei pochi veterani in campo a Berna commenta:«Potevamo andare avanti in classifica, invece dovremo lottare fino alla fine per il primo posto. Tanti giocatori hanno giocato meno, tocca a noi aiutarli quando vengono chiamati in causa. In questi momenti ci manca un po’ di cattiveria, tutti diamo il massimo e dobbiamo lavorare sempre di più». Va bene, che altro vi aspettate che possa dire il capitano del Napoli? Si vede, si sente, si avverte la mancanza di Callejon e Higuain ma anche la differenza tra titolari più o meno fissi e riserve più omeno saltuarie. Peraltro Maggio ha mostrato un minimo di grinta,quando è stato protagonista di un battibecco con il tecnico Forte che perdeva tempo nel restituirgli la palla. Ieri sera hanno incamerato il secondo ko europeo in cinque partite (l’altro con l’Athletic Bilbao) contro una squadra teoricamente inferiore. Ma è il livello azzurro che scende, non quello degli avversari che sale. C’è poi dell’altro, a volerla dire tutta: i baschi, quei colossi baschi che battere al San Mames sembrava impresa da titani, da quel giorno ne hanno vinta solo una di partite, sono penultimi nella Liga e hanno un solo punto nel girone di Champions (mercoledì hanno perso a Oporto per 2-1). Il punto è: ieri si è rivisto un Napoli a lungo prigioniero di una paralisi collettiva,come se il freddo di Berna avesse surgelato qualsiasi buona intenzione. Benitez ha passato il tempo per richiamare le punte( e soprattutto Michu) al rientro o almeno al movimento, gli esterni a coperture più precise, Jorginho verso una posizione più razionale al centro del campo perché gli svizzeri, pur nella loro modestia, con qualche cambio di passo e molta corsa avevano inchiodato gli azzurri a una partita opaca. Benitez ha scoperto che il livello della sua squadra diminuisce ulteriormente quando cambiano gli interpreti, e non è una notizia che l’abbia rincuorato. Ora c’è il Verona.La prima caduta dopo 3 vittorie e un pareggio non aiuta a rituffarsi in campionato. Perché questa coppetta europea non sarà la Champions: ma quando si va in campo non c’è tifoso al mondo che vuole vedere la propria squadra perdere come ha fatto il Napoli ieri sera. E non farà piacere neppure a gente come Higuain, uscito dal campo ieri a testa bassa.
Fonte: Il Mattino
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