Avanti e indietro: e dando un’occhiata oltre il San Paolo, il quel guscio vuoto nel quale arriverà lo Slovan, ci sarà il Milan, poi la finale di Supercoppa, poi un campionato nel quale credere; e però, sbriciando alle proprie spalle, tra l’Empoli e dintorni, c’è anche un Napoli da sistemare. Avanti e indietro: perché quando arriverà giugno ci sarà un contratto da analizzare, ripensando anche a ciò ch’è stato il passato, quel settennato denso d’emozioni. Avanti e indietro: lasciandosi trascinare da Christian Maggio, la freccia azzurra (di destra), in un vortice per provare a venirne fuori.
Partiamo dalla fine (della stagione) Maggio: a giugno lei va in scadenza.
«Ma parlarne adesso non è una mia priorità. Sono un professionista e darò tutto quello che ho sino all’ultimo secondo dell’ultima partita. Poi è chiaro: sto qui dal 2008, questa è la mia seconda casa e spero di poter offrire anche in futuro il mio contributo».
Per…..?
«Viviamo alla giornata ma siamo reduci da un’ottima stagione, restiamo in corsa su tutti i fronti, in campionato il terzo posto rimane alla nostra portata e chissà non possa succedere anche altro… C’è tempo….».
Cosa vi succede?
«Creiamo tanto e raccogliamo poco: penso sia una problema di crescita collettiva. Con le grandi siamo grandi, con le piccole viviamo difficoltà insospettabili: dobbiamo migliorare sotto questo aspetto, ma so che non è semplice trovare una spiegazione a questo nostro atteggiamento altalenante».
La ricetta di Benitez indica nelle stelle la guida, Higuain si affida a ognuno di voi…
«E sono d’accordo con Gonzalo: nei momenti difficili è la squadra che deve venire fuori. E’ indubbio che qualcuno possa dare qualcosina in più, ma qui il leader è il gruppo, perché ci sono vari elementi di assoluto livello».
La medicina per curare questo malessere?
«Il lavoro. Ma noi ce la mettiamo tutta, anche se talvolta i risultati ci danno torto. L’impegno non manca, soprattutto quando si sbaglia, per cercare di non ripetersi».
Poi verranno gli scontri diretti di Europa League.
«Intanto, bisogna qualificarsi come primi nel girone. Servirebbe anche per presentarsi tonici alla sfida di domenica con il Milan, che mi spiace perdermi per squalifica».
L’amarezza di domenica è evaporata?
«Assolutamente no. Siamo arrabbiati quanto Benitez. Abbiamo parlato con lui dopo il pareggio con l’Empoli: dispiace e siamo consapevoli degli errorri commessi. Ora ci serve tranquillità e coesione».
Esiste una sindrome San Paolo?
«Macchè! I risultati determinano l’umore e se riuscissimo a far meglio, attireremmo anche più gente. Ma a noi il sostegno dei tifosi non è mai mancato e chiediamo loro di starci al fianco anche quando le cose non vanno bene».
La vecchia guardia, alla quale appartiene, può forse meglio analizzare questo periodo di Hamsik.
«Io lo vedo tutti i giorni e lui si allena come sempre, tanto e bene. Magari si ritrova caricato di un peso eccessivo di responsabilità e ciò incide sul suo rendimento. Ma conosco Marek, so quali valori, non solo tecnici, lo sostengano e dunque ne verrà fuori».
Fonte: Corriere dello Sport
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