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Maggio: “La bolgia del San Paolo mi mette i brividi”

L'esterno destro: "A Londra ci dovremo guadagnare i quarti di finale"

Dalla “C” del Cittadella a quella del Chelsea, sette anni più cinque mesi per la vertiginosa ascesa dalla C1 agli ottavi di Champions League. Dal 26 settembre del 2004, start up dell’era De Laurentiis, al 21 febbraio 2012, con gli inglesi strapazzati ed attoniti nella “bolgia” del San Paolo, quella che aveva auspicato il Pocho alla vigilia del match più importante dell’ultimo ventennio. Tante cose sono cambiate, il Napoli da bruco informe è uscito prepotentemente dal bozzolo ed è diventato farfalla. Una meravigliosa farfalla dalle tinte forti e nitide, che ora vola leggiadra sul prato delle occasioni sognate.

L’EMBLEMA -Da lì a qui un’incredibile ed emblematica costante: il pubblico. Oltre 50mila spettatori per il debutto del Napoli di nuovo conio, e cifra pressoché identica per il benservito ai blues. Emblematico pure Christian Maggio, fermo a centrocampo subito dopo il fischio finale. Il “TAV” azzurro aveva scelto la posizione migliore per godersi il boato finale del San Paolo e l’ormai immancabile “Oj vita…”. Un’occasione unica per rinfrancarsi dopo l’incredibile occasione sfumata: il quarto sigillo che Cole gli aveva strappato dalla rete. Maggio guarda la bolgia, l’inno e la “sciarpata” gli sciolgono la tensione per il gol mancato e lo commuovono. Resta lì, quasi a bocca aperta, per un’interminabile manciata di secondi.
IL RAMMARICO – «Peccato davvero. L’avevo vista proprio dentro, questo è il mio unico cruccio di quella notte. Se Ashley Cole fosse arrivato con un attimo di ritardo, avremmo potuto aumentare il divario tra noi ed il Chelsea e presentarci a Londra con accresciuta chance». Lui, un tempo schivo, poco propenso alle esternazioni, si è sciolto nel calore di Napoli e, rinnovando il suo contatto sino al 2015, ha rinnovato anche l’amore per la città e la gente. Un amore di recente esternato in più occasioni, e ribadito ai microfoni di Sky Sport «Che spettacolo… ho ancora i brividi. Ma loro ci aspetteranno e ci sarà da soffrire sempre e comunque. Il Chelsea proverà a metterci subito in difficoltà, l’organico, non lo scopro io, è di primissimo piano. Dove si può arrivare? E’ compito del destino stabilirlo. Noi sappiamo solo di dover dare sempre il massimo, questa grande vetrina racchiude in sé stimoli naturali per tutti. Ci davano per spacciati nel girone infernale, ma abbiamo smentito tutte le previsioni e siamo in piena corsa per i quarti». 
IL RICONOSCIMENTO – Arriva pure il riconoscimento a chi ha spianato la strada per il parziale affondamento della corazzata inglese. Già a caldo, dopo la fine del match «Sapevamo come colpirli, eravamo pronti. Merito dei due tecnici. Mazzarri ci è mancato, ma ha saputo caricarci prima della partita. Poi ci ha pensato Frustalupi. Ora c’è l’Inter al varco. Dobbiamo stare attenti, verranno col coltello tra i denti, è una partita che può nascondere parecchie insidie. L’Inter non attraversa un buon momento, ma ha giocatori veri e di spiccata personalità. Li dobbiamo affrontare con lo stesso spirito con cui abbiamo affrontato il Chelsea». Fresco trentenne, col sostegno del pubblico mai mancato, la consacrazione nella miglior formazione stilata dall’AIC, e l’inserimento (assieme a Cavani) in un ampio reportage sul nipponico “World Soccer King”, l’imprendibile esterno vicentino è tornato ai suoi standard migliori e studia anzi per superarsi. Per sovvertire ogni logica ed incasinare i piani del destino «Terzo posto raggiungibile? Cinque punti non sono tanti e, se domenica riusciamo a staccare l’Inter, crescerà di più il nostro morale e con esso la possibilità di ritrovare anche l’anno prossimo la Champions». Maggio ha assaporato la bolgia e la rivuole.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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