All’appello mancano ancora loro, Christian Maggio e Gokhan Inler, due pedine importanti del centrocampo azzurro: un esterno capace di trasformarsi in attaccante aggiunto nella fase attiva ed un centrale in grado di offrire qualità e quantità in entrambe le fasi. Negli ultimi tempi, sia l’uno che l’altro hanno reso molto al di sotto delle proprie possibilità. Prestazioni, a dir poco, inspiegabili. Sprofondati nel grigiore generale. Ed a nulla è valsa la tenacia di Mazzarri nel volerli recuperare attraverso l’impiego sistematico. Nessuno dei due ha risposto. A malapena Maggio nel confronto con l’Atalanta, pur lasciando il terreno da gioco tra qualche fischio di troppo. Gokhan Inler, invece, è stato fermato dopo la sconfitta con il Chievo Verona. Ma alla ripresa del campionato, e soprattutto in vista della volata finale, il Napoli conta di riavere entrambi al massimo della condizione psicofisica: troppo importanti le accelerazioni di Maggio sulla fascia destra ma anche il suo apporto in fase di contenimento; ancora più prezioso il recupero di Inler in cabina di regia dal momento che il Napoli in quel reparto ha gli uomini contati e ricambi non all’altezza.
Tutto è cominciato con quel malaugurato infortunio alla mano sinistra, vigilia di Parma-Napoli, 25 gennaio scorso: Maggio nel corso dell’allenamento si procurava un’infrazione al quarto metacarpo della mano sinistra, saltava la trasferta, veniva rimpiazzato da Mesto. Da allora, Christian Maggio non è più tornato ai suoi livelli abituali. Prima l’intervento chirurgico, eseguito dal professor Passaretti a tempo di record; poi, la sostituzione del tutore post-operatorio; infine il ritorno in campo nella sfida con la Juventus, il primo marzo.
Ma Maggio è apparso la controfigura dell’esterno che pure era risultato tra i protagonisti della riscossa dopo il ko interno con il Bologna: un gol a Siena, un altro alla Roma di Zeman, il terzo consecutivo realizzato al Palermo, quindi la buona prestazione a Firenze. Poco reattivo nelle ripartenze, meno deciso nei contrasti, alquanto impacciato. Tre partite da titolare, mai la sufficienza piena.
Anche per Mazzarri appariva inspiegabile quell’involuzione. «Christian, che ti succede?», gli ripeteva il tecnico. Evidentemente, il problema alla mano andava ad aggiungersi alla crisi che stava attanagliando tutta la squadra. Maggio non era a corto di ossigeno, eppure non riusciva più ad essere incisivo in fase d’attacco, tantomeno in quella di tamponamento. Ma il tecnico toscano gli ha voluto dare sempre fiducia, schierandolo anche con l’Atalanta quando dal’esterno ne veniva invocato lo stop. Sperava in una ripresa che tarda ad arrivare. Ma qualche segnale c’è stato. L’esterno vicentino è apparso in leggero progresso. Starebbe per ritrovare la forma migliore. E la convocazione in Nazionale da parte di Cesare Prandelli non può che giovargli sul piano psicologico.
Dalla gara con il Torino in poi, Maggio avrà la possibilità di riscattare uno dei campionati più deludenti da quando gioca nel Napoli. Nove partite per salvare una stagione. Intanto dovrà trattenere la maglia da titolare, insidiata ora anche da Zuniga (oltre che da Mesto) e poi una volta in campo dimostrare a Mazzarri che può contare sempre su di lui, come accaduto dai tempi della Samp in poi.
Ma Maggio è apparso la controfigura dell’esterno che pure era risultato tra i protagonisti della riscossa dopo il ko interno con il Bologna: un gol a Siena, un altro alla Roma di Zeman, il terzo consecutivo realizzato al Palermo, quindi la buona prestazione a Firenze. Poco reattivo nelle ripartenze, meno deciso nei contrasti, alquanto impacciato. Tre partite da titolare, mai la sufficienza piena.
Anche per Mazzarri appariva inspiegabile quell’involuzione. «Christian, che ti succede?», gli ripeteva il tecnico. Evidentemente, il problema alla mano andava ad aggiungersi alla crisi che stava attanagliando tutta la squadra. Maggio non era a corto di ossigeno, eppure non riusciva più ad essere incisivo in fase d’attacco, tantomeno in quella di tamponamento. Ma il tecnico toscano gli ha voluto dare sempre fiducia, schierandolo anche con l’Atalanta quando dal’esterno ne veniva invocato lo stop. Sperava in una ripresa che tarda ad arrivare. Ma qualche segnale c’è stato. L’esterno vicentino è apparso in leggero progresso. Starebbe per ritrovare la forma migliore. E la convocazione in Nazionale da parte di Cesare Prandelli non può che giovargli sul piano psicologico.
Dalla gara con il Torino in poi, Maggio avrà la possibilità di riscattare uno dei campionati più deludenti da quando gioca nel Napoli. Nove partite per salvare una stagione. Intanto dovrà trattenere la maglia da titolare, insidiata ora anche da Zuniga (oltre che da Mesto) e poi una volta in campo dimostrare a Mazzarri che può contare sempre su di lui, come accaduto dai tempi della Samp in poi.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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