Un prolungato sospiro di sollievo, proprio quello che ci voleva. Davvero rassicurante rivederlo così, quasi come se nulla fosse successo. Quasi come se si fossero dispersi nel nulla i residui, le scorie di un’annata particolarmente storta, a partire dall’operazione al menisco del settembre scorso, a finire allo pneumotorace di marzo. Due stop sconfortanti, ma quell’ultimo Maggio tornato a fiondarsi sulla fascia con ritrovata freschezza, ha rassicurato tutti, anche Cesare Prandelli. Dopo la panchina col Cagliari, a Marassi è partito da titolare, completamente recuperato, persino tonico e voglioso, tanto che il ct della Nazionale l’ha inserito di buon grado fra i 30 pre-convocati per il Brasile. Frattanto, prima di conoscere il suo destino in ottica mondiale (Prandelli dovrà operare un’ultima scrematura, riducendo l’elenco a 23) s’è concesso alle telecamere di PiùEnne (“In casa Napoli” la trasmissione), presente nella prima parte dell’incontro anche il sindaco Luigi De Magistris.
LA NAZIONALE. «Sono molto contento che mi abbia chiamato subito dopo l’infortunio. Non ho ancora la sicurezza di andare in Brasile, aspetto fiducioso, vedremo cosa succederà». Poi, continuando a parlare di mondiali: «Le mie favorite? Sicuramente la Spagna. I padroni di casa li ho affrontati in Confederation e non mi hanno fatto una grande impressione. Comunque dico Spagna, Brasile, Argentina, con l’aggiunta di qualcuna che potrebbe andare avanti, come Belgio e Colombia. Per quanto riguarda il codice etico, sono decisioni di Prandelli». E’ un Maggio rinfrancato quello che ritorna sull’infortunio serenamente: «Psicologicamente difficile da superare ma adesso è tutto rientrato. Non si è capito se è stato provocato da uno stop di petto, ma già prima di partire per Oporto avevo sentito dolore».
INSIGNE. «Gli dico sempre che deve dimostrare ancora tanto. Sarei felicissimo se fosse confermato nella lista definitiva. La partita più bella? Quella in Champions, quando col City siamo passati in vantaggio su mia azione (assist a Cavani, ndc). Del mio futuro non se n’è ancora parlato, ho ancora un anno di contratto, spero di restare in azzurro il più possibile e solo a fine carriera avvicinarmi a casa».
Fonte: Corriere dello sport
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