Il red carpet del teatro Dal Verme come un lembo del San Paolo: applausi per Edinson Cavani e Christian Maggio, simboli di un Napoli che non vola più altissimo ma rimane una grande realtà del campionato. Non ci sono inferriate, ma pioli d’ottone e cordoni bordeaux, e lampadari solenni al posto dei riflettori, però l’atmosfera, all’ingresso, è quella elettrizzante dello stadio: la ricostruiscono i tanti napoletani di Milano che si sono dati appuntamento e i tanti calciofili che accantonano la passione per una maglia e impazziscono a prescindere per il centravanti uruguaiano.
SORRISI- Il pari affannoso di Siena sembra lontanissimo, anche il rigore che Edinson ha fallito è perdonato: «Mi dispiace tantissimo» sospira lui ripensandoci, rinfrancato dal gol di Pandev che ha scongiurato la sconfitta. E si concede a chi implora una foto, a chi allunga una biro per l’autografo, a chi s’accontenta d’un abbraccio. Solare fino a stupire chi lo conosce solo attraverso la tv, perché con addosso la maglia azzurra numero 7 e i capelli incollati dalla fatica appare sempre accigliato e ombroso, quasi incattivito. Tensione agonistica, il carattere non c’entra: «In campo sorrido poco, è vero, però nella vita lo faccio spesso» . Adesso lo fa con gusto particolare, perché il Gran Gala del calcio Aic è una festa sua e della squadra di Walter Mazzarri che l’ha consacrato: sono in tre, nella formazione ideale, c’è anche Marek Hamsik che però diserta a causa della botta presa a Siena che lo obbliga a fare terapia. «E’ stata un’annata buona – conclude El Matador – sia con il Napoli sia con la nazionale uruguaiana. E’ bello quando si raccolgono i frutti del lavoro, mi auguro di continuare così» .
SCUDETTO- Maggio si sofferma sul momento azzurro, non accampa alibi ma non lascia intuire una sola vena di pessimismo: «E’ un periodo particolare, ma siano tranquilli e sereni. Forse sulla flessione incide il fatto che abbiamo disputato molte partite e che durante la sosta abbiamo lavorato tanto. Succede, ma la fiducia è intatta: sapremo tornare presto ai nostri livelli abituali» . Il sogno scudetto, accarezzato l’anno scorso, è lontanissimo, Maggio si ritrova a parlarne da comprimario e non da protagonista: «Le squadre favorite per la vittoria del campionato? La Juve sta andando bene, ma il Milan non molla. E ce ne sono altre che possono puntare in alto» . Chissà se l’analisi racchiude una speranza, la risalita dell’Inter è un esempio incoraggiante.
CHAMPIONS- Oltre la serie A, c’è poi l’emozione Champions, specchio di quanto straordinario sia il percorso azzurro. Il Napoli ha sovrastato il City in un girone di ferro e adesso aspetta il Chelsea immaginando nuove notti magiche: «Avversario difficile, ma è positivo giocare la prima in casa: dobbiamo sfruttare l’occasione e non subire gol» . Eppoi, dietro l’angolo, c’è la Coppa Italia che nessuno snobba: «Ci teniamo a passare il turno contro l’Inter: se vinciamo, con tutto il rispetto per Chievo e Siena, potremmo avere un piede in finale» . Resta tempo per un ringraziamento a Mazzarri ( «Mi ha insegnato tantissimo, sia a difendere che ad attaccare» ), per un commento su Eduardo Vargas, ultimo acquisto azzurro ( «E’ giovane e bravo, una settimana non basta per dare giudizi definitivi» ) e per una sbirciatina al futuro che diventa un attestato di fedeltà: «Ho un contratto con il Napoli fino al 2015 e sto bene a Napoli» .
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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