Maggio di corsa verso la sifda di Praga contro la Repubblica Ceca. E poi verso la Confederations Cup in Brasile. Il laterale del Napoli è il terzino titolare dell’Italia di Prandelli e lo è ancora di più adesso che Antonelli è tornato a casa per infortunio. Un punto fermo Maggio, unico del Napoli dopo l’addio di De Sanctis.
«Chi è stato escluso non deve sentirsi bocciato o bruciato, continueremo a seguirlo e lo richiameremo». Così Cesare Prandelli soltanto in tarda serata ieri ha presentato la lista dei 23 convocati per la Confederations Cup. Il ct ha deciso di prendersi tutto il tempo utile. Nell’elenco c’è Andrea Barzagli. Il difensore, alle prese con una tendinite, ha superato il test pomeridiano ed è stato inserito. Con un difensore in meno rispetto agli otto possibili, c’è un posto in più a centrocampo, occupato da Aquilani. Gli esclusi, rispetto al gruppo dei 30, sono: Agazzi, Antonelli, Ogbonna, Ranocchia, Bonaventura, Poli e Sau. «Per chi è venuto in questi giorni è stata una bella occasione, non è stato solo un premio – ha aggiunto il ct azzurro che ha chiamato in ritiro i debuttanti Sau e Bonaventura – Volevamo capire le qualità di ciascuno perché non sempre dalla tribuna riesci a coglierle. E io sono stato soddisfatto di tutti, ne terrò conto per i prossimi impegni».
Lo stesso vale per quei 4-5 azzurrini, a partire da Verratti e Destro, che Prandelli, come ha confidato, avrebbe chiamato se non ci fosse stato l’Europeo di categoria. Nella sessione di ieri si sono allenati regolarmente in gruppo anche El Shaarawy, risparmiato col San Marino dopo la botta subita in partitella una settimana, il romanista De Rossi e i laziali Candreva e Marchetti aggregati ieri sera. Il ct ha provato due formazioni di 12 elementi alternando il 4-3-3 al 4-3-1-2 con cui l’Italia dovrebbe giocare a Praga con la Repubblica Ceca per le qualificazioni mondiali. Quel che è certo, ha ribadito Prandelli, la sua Nazionale «dovrà sempre più somigliare a una squadra di club. Nel calcio moderno devi saper giocare con più moduli perché questo ti permette di cambiare in corso di partita. Se non riesci, fatichi». Poi si è soffermato sui singoli, da Pirlo punto di riferimento («Bisogna solo capire quando farlo riposare») a Chiellini «giocatore che ogni tecnico sogna di allenare, umile e sempre con la voglia giusta». Aggiungendo che nessun reparto ad ora lo preoccupa, neanche l’attacco pur alle prese col caso-Osvaldo, l’infortunio di Pazzini, il lungo stop di Pepito Rossi: «Ho giocatori con grandi margini di miglioramento e nei prossimi eventi potranno limarli». Quindi, l’elogio a De Rossi. «In nazionale fa bene perché noi non gli chiediamo più di quello che può dare, per questo qui riesce a reggere le pressioni».
Ora incombe la trasferta di Praga, il Brasile e la Confederations Cup possono attendere: «Guai farci distrarre, sappiamo tutto del 2-2 di domenica tra Selecao e Inghilterra ma abbiamo scelto di vedere Livorno-Empoli per restare concentrati sulla realtà. Pensare al Brasile ci fa sognare, di certo partiremo per la Confederations con la voglia di confrontarci al meglio con le grandi del calcio mondiale».
Infine, uno sguardo anche alla situazione Milan. «La vicenda di Allegri si è conclusa nel modo migliore. Ha fatto un campionato straordinario, i numeri sono tutti dalla sua parte», così Prandelli ha commentato la decisione del Milan e del suo presidente Silvio Berlusconi di continuare il rapporto col tecnico livornese. «Diritti e doveri per un allenatore? La ricerca del gioco fa parte di un rapporto che si instaura con la dirigenza: un tecnico si confronta, propone il suo modo di giocare, ascolta, valuta, poi è lui a mettere in pratica le proprie idee. Non so se hanno pesato i giudizi espressi dai giocatori del Milan su Allegri – ha proseguito il ct azzurro – anche perché una società poi decide come vuole. In ogni caso tutto si è concluso nel modo più giusto».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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