Seconde squadre? No, grazie. Mario Macalli non ha dubbi e respinge al mittente la proposta di Aurelio De Laurentiis. «Noi la riforma l’abbiamo fatta, mentre gli altri parlano di riforme: la differenza sta tutta qui», spiega Macalli, presidente della Lega Pro, che ha organizzato a Roma il convegno su «La riforma del calcio professionistico» proprio per parlare del nuovo format che avrà la terza serie, destinata a passare dagli attuali 69 club ai 60 del campionato 2014-15, con tre gironi di Prima Divisione da 20 squadre e la scomparsa della Seconda Divisione. Il no alle seconde squadre è netto. «Noi abbiamo nel nostro Dna la cultura del campanile, l’attaccamento al territorio fa parte del nostro brand – aggiunge Macalli -. Con le seconde squadre svanirebbe questo rapporto speciale che rende unica la nostro Lega nel panorama europeo e mondiale. Poi bisognerebbe capire se queste squadre possono salire o no di categoria. Si rischia di diventare un campionato tra scapoli e ammogliati. E senza competitività si perderebbe anche l’interesse del pubblico».
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