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L’Uruguay degli italiani festeggia il 16 luglio come gli eroi del 1950

LA PLATA – Il 16 luglio è un giorno speciale per l’Uruguay. Un giorno da ri­cordare e succede così dal 1950, dal celeberrimo Ma­racanazo, quando la Celeste si prese il lusso di vincere i Campionati del Mondo in casa del Brasile. Ogni anno quella data viene celebrata, questa volta però al Mara­canazo si è aggiunto il ‘Ce­meterio de los Elefantes’, così chiamano il campo di Santa Fe, perchè una volta le cinque grandi d’Ar­gentina lì non vinceva­no mai.

Adesso, nel­l’elenco delle ‘ vittime’ del­lo stadio del Colon di Santa Fe, si è aggiunta an­che la Selec­cion, per la gioia del­l’Uruguay che al con­trario, per l’ennesima volta, si è di­mostrata una squadra da trasferta. Non importa avere il tifo contro e nemmeno giocare con un uomo in meno per 48 minuti, la tanto cele­brata ‘ garra charrua’, la grinta degli uruguaiani è venuta fuori un’altra volta, sotto il segno degli italiani poi. Incredibile è stata la prova dei giocatori legati, in un modo o nell’altro, al­l’Italia, nella maratona di sabato sera, supplementari e rigori, fino alla grande gioia.

MUSLERA –Ormai è l’ex por­tiere della Lazio, ma Fer­nando Muslera può essere considerato ancora ‘ italia­no’ e la sua prestazione con­tro l’Argentina forse lo farà rimpiangere un po’ di più nella Roma biancazzurra. Ha deciso i rigori, neutra­lizzando il tiro di Tevez, ma anche prima si è reso prota­gonista di alcuni interventi eccezionali. Uno su tutti: 44′ della ripresa, supplementa­ri a un soffio, punizione di Tevez, già ancora lui, de­viata dal ‘ Palito’ Pereira, Muslera già buttato sulla sua destra, ma con un pie­de, in maniera incredibile, riesce a salvare la sua por­ta, e la partita. La sua vitto­ria. «E’ stata la partita dei

sogni. Credo che ho supera­to qualsiasi aspettativa– ha detto felice come non mai –

certo sognavo di giocare una partita come questa, ma l’importante è stata la qualificazione guadagnata dalla squadra, una grande gioia. Ma che emozione l’aver superato la squadra di casa, voglio ringraziare tutte le persone che sono venute dall’Uruguay per ve­derci. Vincere contro tutta questa pressione degli ar­gentini mi facontento, adesso ab­biamo più fi­ducia nelle nostre possi­bilità. Ora possiamo pensare alla semifinale con il Perù. Sappiamo che è un av­versario complicato, è la grande sorpresa di questa Cop­pa America, ma noi met­teremo tutto per poter ar­rivare fino in fondo, alla fi­nale ».

PEREZ E GON­ZALEZ –Gran­de protago­nista anche il centro­campista del Bologna, un gol dopo 5 mi­nuti, purtroppo accompa­gnato poi da una espulsio­ne, per doppia ammonizio­ne, una ingenuità, il secon­do cartellino giallo, che po­teva costare carissimo al­l’Uruguay. Anche Alvaro Gonzalez, centrocampista della Lazio, ha offerto un contributo fondamentale, Tabarez l’ha trasformato in un elemento imprescindibi­ledella’Celeste’.

FREDDEZZA GARGANO –Fuori Cavani per infortunio, è toccato a Walter Gargano, entrato in campo solo dopo 4 minuti del primo tempo supplementare, tenere alto il nome di Napoli. Tabarez gli ha assegnato il rigore numero 4 e l’esecuzione è stata perfetta. Come quella di Caceres, aveva sui piedi la qualificazione, l’ultimo penalty, quello del pass al­le semifinali, non ha fallito e anche Martin nel suo re­cente passato ha un po’ d’Italia, con la Juventus (2009-2010).

La Redazione

P.S.

Fonte: Corriere dello sport

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