«Sì, mi sento il simbolo del nuovo Napoli ma tutti quanti si devono sentire rappresentativi. In questi 5 anni siamo migliorati e dobbiamo continuare a farlo». Marek Hamsik prende già il Napoli per mano e non si sottrae alle responsabilità. «Noi l’anti Juve? Ci sono tante squadre che possono esserlo e noi siamo tra queste. Penso al Milan che perde tanto senza Ibra e Thiago Silva ma è sempre il Milan. Penso all’Inter, alla Roma, alla Lazio, siamo un po’ tutte sullo stesso livello e i particolari possono fare la differenza. Con noi c’è lo stesso mister da quattro anni e giocatori che stanno insieme da più di due anni: questo rappresenta un qualcosa in più, una cosa positiva. La nostra forza è il gruppo, senza il gruppo non si va da nessuna parte».
Un Marek ancora più maturo, gli occhiali da intellettuale e la cresta da mohicano, la solita voglia di dimostrare sul campo. «Io un top player? Lo dicono gli altri. Posso ancora migliorare nella fase di non possesso palla, voglio aiutare ancora di più la squadra in fase difensiva. Certo, in questi anni qualche gol l’ho segnato e questo mi ha aiutato e spero di continuare così». Il nuovo modulo, Hamsik è pronto. «Il 3-5-1-1 o 3-5-2 l’ho già fatto a Napoli con Reja e Donadoni, come mezzala mi sono trovato bene, a destra o a sinistra è lo stesso. Partendo da più dietro posso essere più imprevedibile. Per me è uguale, il mister spiega benissimo il ruolo che ognuno di noi deve ricoprire. È un grande stimolatore e ha dimostrato di essere un grande allenatore». Carico a mille lo slovacco. «L’affetto dei tifosi che c’è a Napoli non si trova da nessuna altra parte. Ho rinnovato il contratto perché qui sto molto bene, si trova bene la mia famiglia, a Napoli sono nati i miei figli e ho tanti stimoli. La cosa più importante per un calciatore è essere contento e io a Napoli sono contento».
Poi un pensiero al Pocho Lavezzi. «Un grande calciatore e un grande amico, importante nello spogliatoio, tutti gli volevano bene, la stella di questa squadra. Ma questo è il calcio, c’è chi va e c’è chi viene». Grande fiducia nei nuovi partner di reparto: «Goran Pandev ha vinto tanto, ha giocato nell’Inter, ha vinto la Champions, un grande calciatore. Lorenzo ha segnato 40 gol negli ultimi due anni ed è un grande talento ed è giusto che assaggi la serie A, sono sicuro che farà molto bene. Edu ha grandi potenzialità e non le ha potute ancora esprimere, quest’anno avrà più spazio, io credo in lui perché è forte».
La sfida alla Juve, una delle sue vittime preferite, Hamsik sente già profumo di Supercoppa: «La Juve è una grande squadra, in casa loro abbiamo perso 3-0. Però è una partita secca e noi a Roma abbiamo dimostrato che si può fare». La Supercoppa e non solo, Marek non lascia nulla. «L’Europa League? Vogliamo arrivare il più in alto possibile, come in coppa Italia. Giocare ogni tre giorni è dura, la rosa ampia ci consentirà di fare tanto turn over».
E ancora. «Alla fascia di capitano non ci penso, penso solo a giocare al meglio. Giochiamo al calcio per vincere e spero di continuare anche quest’anno a vincere qualche trofeo. I rigori? Tra me e Edi chi se la sente tira, non ci sono problemi. Tirare le punizioni? Bisogna allenarsi». Poi Hamsik parla di Gargano, il cognato che potrebbe cambiare squadra: «Walter sta qua, si allena bene, pensa solo a lavorare bene. Non so quello può succedere». Quindi Marek benedice l’arrivo ormai imminente di Behrami. «Importante avere tanti giocatori di qualità, questo potrà essere solo un bene per il Napoli».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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