L’urlo di Marek è il suo grido di battaglia: la bocca che si apre da T-Rex con una fila di denti pronti a mordere. Tutto. Con rabbia, passione, immaginazione e soprattutto gioia. Gioia di vivere, di giocare a calcio, di essere a Napoli. La sesta stagione di Hamsik in azzurro è quella dai numeri stellari: eguagliato il record dei gol (12), in vetta in Europa per quello di assist (14), sempre presente in campionato, punto di riferimento del Napoli di oggi e del futuro.
Il ruolo di Marekiaro si afferma prepotente quando non c’è l’altro dei Dioscuri azzurri, il Matador Cavani. Come a novembre: il Napoli va a Cagliari senza Edi, tocca al centrocampista dai piedi d’oro più intelligente d’Europa prendere per mano la squadra. Suo il gol che riporta la Mazzarri’s band sul collo della Juve. Alza la cresta, Hamsik, e ci crede sempre. Fino alla fine ha sperato nello scudetto, e il suo atteggiamento si è visto con il Siena. Entrambe le squadre non avevano più niente da chiedere al campionato, sull’1-1, ormai nel recupero. Ma Marek è ancora affamato. E mentre il pallone con un taglio chirurgico attraversa la metà campo dei toscani via Insigne-Pandev la maglia numero 17 è già in volo pronta a raccogliere la palla in area di rigore e infilarla, beffardamente, alle spalle di Pegolo per firmare un’altra vittoria.
Gol numero 12, come quelli di tre anni fa, uno più dell’anno scorso in campionato, per arrivare complessivamente a quota 71 in azzurro, più di Cané, più di Vinicio. Con l’obiettivo Savoldi a sei centri. Anche se Marekiaro guarda più lontano: «Arrivare al record di Maradona? – aveva detto a dicembre – Magari se resto altri 5-6 anni, ma è difficile». Un centrocampista spesso a segno, capace di infilarsi tra le linee, in area, e un vero artista dell’assist: primo in Italia nella speciale classifica, in vetta anche in Europa. Alla pari con Iniesta, davanti a gente come Messi, Mata, Totti, Fabregas, Lahm, Ribery.
«Sono un modello per i ragazzini? Sì per i capelli», si schermisce ironico. Eppure, come l’altro Dioscuro azzurro, Hamsik è proprio l’antimodello del calciatore classico. La domenica c’è il calcio, nel resto della vita c’è la moglie Martina e i figli Christian e Lucas. E il piacere di vivere ed essere di Napoli. «A Napoli sono cresciuto come giocatore, siamo diventati una grande squadra insieme e voglio continuare a crescere con questa società che sta facendo le cose nel migliore dei modi – la sua ultima dichiarazione – Il Napoli ha fatto un grande campionato. Io al Napoli mi trovo benissimo». La scelta è anche di stare a Napoli, come città. Nonostante tutto. Anche la rapina del 17 febbraio, quando in due ruppero il vetro della sua auto puntandogli una pistola in faccia per rubargli l’orologio. «Può succedere ovunque», il commento passato lo choc di un pugno in faccia. Marek vuole rimanere in città, spera che rimangano anche Mazzarri e Cavani per costruire il suo sogno futuro: «Tatuaggi? Ne ho una ventina e tra un po’ ne vorrei fare un altro…Magari uno scudetto».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro