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Lunga intervista a Benitez: “Abbiamo bisogno di una punta, Insigne gran bel giocatore”

Casa, dolce casa: perché Chelsea sarà pure dall’altra parte, ma qui c’è un pezzettino d’un cuore che ha battuto forte per un anno (circa) e che tra Europa League e Premier ne ha subite di sollecitazioni. Arsenal-Napoli, altro che amichevole: c’è il fascino dell’Emirates, c’è la solennità d’uno stadio che incanta, c’è un teatro da ossequiare e l’orgoglio personale da solleticare: c’è poco da scherzare…

C’è aria di derby personale, Benitez.
«Assolutamente no. A Londra ho lavorato bene in in club importantissimo, ma ora sono al Napoli e i miei pensieri sono rivolti soltanto al futuro di questa squadra. Il passato non conta».

Se ne è andato circa un mese, che impressione s’è fatto.
«Che sono arrivato in una città speciale, in cui ci sono bellezze naturali, c’è cultura e c’è storia. C’è un pubblico straordinario, che ti segue sempre, che ti fa sentire importante, che ti dà soddisfazione. E noi vorremmo renderlo felice».

Le amichevoli – e queste in particolare – quanto valgono?
«Più di quello che si possa immaginare, perché spiegano quanto e se siamo migliorati. Non farei drammi in caso di sconfitte, mi piacerebbe vincere e però senza esaltarci. Però i successi aiutano a lavorare meglio. Lo dimostra l’affermazione sul Galatasaray».

Insomma, non si scherza mai…
«Mi piacerebbe portare a casa questo torneo, perché so a livello psicologico quanto incidano certe gare in momenti particolari della stagione. E poi torno in un Paese nel quale vivo con la mia famiglia, in questa metropoli nella quale sono stato bene e che mi ha dato tanto. Ci vengo con un club forte, con il Napoli.. Dunque».

Di quanti uomini ha ancora bisogno?
«Di mercato non parlo. Siamo un po’ carenti in attacco, anche numericamente: dunque, cerchiamo una punta. Ma io mi confronto ogni giorno con Bigon e quello che ci diciamo preferisco tenerlo per noi. Ma stiamo procedendo benissimo, sono soddisfatto della squadra, del suo valore».

Una richiesta ai suoi…
«Semplice: Giocare bene, non prendere gol e magari battere l’Arsenal. Soprattutto: attaccare e difendere con grande equilibrio. E’ ciò che stiamo inseguendo e per arrivare a livelli soddisfacenti servirà pazienza. Ma stiamo camminando in maniera spedita».

Pensate già di essere competitivi?
«Impossibile poter accontentare questa curiosità: penso che nessuno, a questo punto della stagione, sia in grado di dire quanto sia forte, se lo sia. Io ritengo di avere tra le mani un gran gruppo, che mi segue. E sono concentratissimo: sento che questi ragazzi saranno competitivi».

Con il Galatasaray è esploso in maniera imperiosa Insigne.
«Che era già un bel giocatore e ha confermato di avere le qualità per poter crescere. Ma sia chiaro un concetto: le fortune del singolo vengono favorite dal comportamento collettivo. Non esiste un calciatore che possa far da solo».

Ricordava tutta questa pressione?
«Ho avuto modo di conoscere l’Italia».

Turn over immediatamente.
«Non conosco la formazione, nè la conoscono i giocatori. Posso dire che Higuain giocherà, ma non credo che comincerà la partita: magari entra a match in corso».

Fonte: Corriere dello Sport.

La Redazione.

D.G.

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