Lunedì il Napoli ospiterà il Chievo di Di Carlo, che già l’anno scorso venne a sbancare un allora inespugnabile San Paolo, e soprattutto ha ottenuto quattro vittorie consecutive negli ultimi quattro scontri diretti contro il Napoli (tre a Verona). Non servono tanto queste statistiche per constatare che costituzionalmente il Chievo è indigesto al Napoli di Mazzarri: piuttosto è quel tipo di squadra “provinciale” che quest’anno il Napoli soffre terribilmente – insomma, l’avversario più scomodo per uscire dalla presunta crisi che gli Azzurri negano in coro di attraversare.
POSSESSO PALLA E QUESTIONE INLER – Con il 3-4-1-2 che non si tocca – stando al verbo di Mazzarri – c’è poco da fare speculazioni tattiche: lo schema rimarrà quello noto. Noto soprattutto alle squadre come il Chievo che, ormai si sa, hanno imparato ad aspettare il Napoli in dieci dietro la linea della palla, costringendo gli Azzurri a un possesso esasperato, ma totalmente innocuo: si dimentichi il palleggio interminabile del Barcellona, usato di proposito per preparare improvvise accelerazioni che passano fra i piedi di Xavi, Iniesta e Messi. Il Napoli quest’anno il suo playmaker dai piedi buoni ce l’ha, ed è Gokhan Inler. Ma lo svizzero sta facendo la fine di Cigarini e degli altri centrali di questo tipo passati per il Napoli negli ultimi anni: messo progressivamente ai margini perché improduttivo per il gioco di Mazzarri. È risaputo che un playmaker ha bisogno di sostegno per esprimersi al meglio: due corridori ai suoi lati, o almeno una squadra che si impegni ad aiutare il portatore, facendo anche movimento senza palla. Il Napoli, che di condizione atletica ne ha, fa invece poco movimento, in particolare quando ha la palla: questo è un problema tattico, e va affrontato. Come va affrontato il caso di Inler, che non si risolverà da solo, e necessita soluzione per due motivi: non solo perché è stato un acquisto oneroso e non può essere svalorizzato così, ma anche perché l’acquisto era proprio volto al salto di qualità a centrocampo che il Napoli ancora non riesce a fare. Anzi, c’è stata un’involuzione evidente. E non ha senso dire che occorre tempo perché i meccanismi comincino ad oliarsi: siamo nel girone di ritorno e non c’è più da aspettare.
L’UNDICI TITOLARE – Per ritrovare l’equilibrio mancante, in generale gioverebbe ricorrere a un centrocampo più ricco, con Hamsik definitivamente schierato in mediana; oppure lavorare, come detto, in modo mirato sui movimenti intorno ad Inler, che contro il Chievo tornerà titolare al posto di Gargano, finalmente a riposo dopo le infinite fatiche. Anche Hamsik pare però destinato a riposare: questo significa che ancora una volta Inler avrà un solo partner accanto a sé, verosimilmente Dzemaili, con un tridente vero e proprio davanti (Pandev, Lavezzi, Cavani). Difficile quindi credere che il buon Gokhan riesca a ritrovarsi proprio lunedì, a meno di un massimo sforzo da parte sua e del suo connazionale, per caratteristiche più votato a spingere che ad aspettare e costruire fraseggi. Anche Maggio dovrebbe godere di un turno di riposo, lasciando posto a Dossena: pure per lui si dovrebbe ridurre la prevedibilità, sono troppi i cross gettati al vento o fra le braccia dei portieri avversari. Infine, occhio alla difesa ballerina, che schiererà stavolta persino un trio inedito, e piuttosto lento, con Fernandez, Aronica e Britos.
POCHI MARGINI DI CAMBIAMENTO – Insomma, se la formazione sarà quella prevista e se non ci saranno attenzioni tattiche specifiche, quantomeno nei movimenti senza palla di Dzemaili e, a questo punto, di Pandev e Lavezzi, è difficile sperare di vedere un Napoli diverso rispetto a quello di Siena, di San Siro, e di altre partite. Per migliorare non basta aspettare che tutto si risolva da sé, occorrerebbe agire. E poco significa che qualche palo o traversa abbia negato uno o due reti finora, perché la qualità del gioco lascia ancora molto a desiderare.
Probabili formazioni
Lorenzo Licciardi
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