Le prove tecniche di Coppa America versione 2.0 si concludono con un marinaio vero, Checco Bruni, che solleva la coppa davanti al pubblico festante del lungomare di via Caracciolo. Lo spot, in una domenica prigioniera di una incredibile serie di salti di vento, finisce così, con la vittoria di Swordifish e qualche goccia di pioggia che annacqua le bollicine nei calici e le 50mila persone che sciamano dalle rive verso la Riviera di Chiaia e Mergellina.
Il palermitano ragazzino di 40 anni, skipper di Swordfish, è il vero protagonista dell’ultima giornata napoletana. Prima nel male per il ko rimediato da Oracle nella finale dei match race e poi nel bene, per il regatone di flotta dominato e che assegnava punti triplicati. Bruni bordeggiando nella baia di Napoli a colpi di carisma ha messo in riga un’intera generazione di giovani marinai ed è stato capace di respingere la nouvelle vague (Draper, sull’altra Luna rossa), il talento kiwi di Dean Barker, i muscoli del capitano Tom Slingsby (Oracle), la mole di medaglie d’oro olimpico di Ainslie (Jp Moragan Bar) e il resto della ciurma.
Swordifish dà spettacolo ed entusiasma: si rovina la finalissima con Oracle perché improvvisamente il vento cambia direzione e Bruni si lascia ingannare subendo una rimonta di quasi 300 metri in una sola bolina. Un disastro, ovvio. Ma da cui il tattico siciliano trae le conseguenze: perché dagli errori nella sfida con gli americani, impara la lezione. E che lezione: il regatone di flotta, quello che dà 40 punti per la vittoria, è un assolo. Perché dopo il momentaneo affondo di Energy, Oracle reagisce azzannando il team francese ma a sua volta deve fare i conti con la rimonta show del «pescecane» di Prada. Il successo consente agli italiani di acciuffare a 80 punti proprio i defender americani: a parità di punti, vince la tappa italiana chi si è piazzato meglio nel regatone napoletano. Oracle di Larry Ellison aveva già sabato conquistato le Series con una giornata d’anticipo.
«Napoli ha la potenzialità di ospitare la Coppa America» si è lasciata sfuggire durante le giornate di regata Christine Bélanger, gran vestale della Vuitton Cup. Perché la coppa venga in Italia è però necessario che Luna Rossa la vinca. Nel derby senza esclusione di colpi del lusso, Vuitton contro Prada, la maison francese sarebbe ben felice di dare un consiglio a Bertelli su dove eventualmente ospitare l’evento.
Fonte: Il Mattino
La Redaione
M.V.
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