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L’umiltà di Jorginho: “Gioco ovunque il mister decide di schierarmi. Dobbiamo vincere quest’Europa League”

"Le prime partite lasciarono soddisfatto anche me, ma io continuo questa mia esperienza con la volontà di apprendere: spero di crescere, di maturare e di meritare la convocazione da parte del Ct."

AVANTI. La miglior difesa, mentre intorno rispunta un venticello «calunnioso», è l’attacco: e allora ciak, si ritenta, per essere più fortunati, per mettere un’opzione o per allungare le mani sulla qualificazione in Europa League, per dar senso alla propria esistenza da gitano. «Perché questa è una manifestazione importante, con una coppa da alzare: noi ragioniamo in termini propositivi e positivi, siamo qua per cercare di vincere, sapendo di afrrontare un’avversaria che gioca un buon calcio. Li abbiamo studiati, siamo preparati, non sarà semplice ma vogliamo andare oltre».

AZZURRO & AZZURRO. Ciak, sta per cominciare un’altra vita, e sarà bello affrontarla a testa alta, palleggiando con naturalezza, ribadendo ciò che s’è visto (circa) un anno fa, quando Jorginho approdò a Napoli; ciak, ci sono orizzonti che s’intravedono e dal venti dicembre in poi, quando le norme lo consentiranno, sarà possibile pensare anche alla Nazionale italiana, avvicinarla ma sul serio, non soltanto attraverso le intenzioni proprie e quelle altrui: «Le prime partite lasciarono soddisfatto anche me, ma io continuo questa mia esperienza con la volontà di apprendere: spero di crescere, di maturare e di meritare la convocazione da parte del Ct. Vorrebbe dire che sto facendo benissimo qui, in un club al quale devo tanto. Certo che sarei felice, se accadesse: ci mancherebbe. Ma quello non rappresenterebbe un punto d’arrivo».

DATEMI UN PALLONE. Aaa cercasi regista, appassionatamente: cercasi un calciatore che sappia dettare i ritmi nel giro-palla, che trovi gli angoli di passaggio più complicati, che assorba in sé la pressione e la domini e la gestisca; cercasi un nuovo Pirlo, un «gemellino» per Verratti, un prototipo d’una tipologia smarritasi e che però nel Jorginho, a Praga forse (forse) mezzala, pare racchiuda in quelle movenze. «A me piace esserci però quello è un ruolo nel quale mi diverto. Capisco le esigenze della squadra e quelle dell’allenatore; quanto al gol, non importante la vittoria, non il gol. Però lo cerco e mi piace ma non rappresenta un’ossessione. In questo momento l’unica mia preoccupazione è lo Sparta Praga: bisogna passare». Ciak, si vira….?

Fonte: Corriere dello Sport
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