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L’ultimo duello di Lavezzi e Del Piero faccia a faccia nella finale degli addii

C’è una sfida nella sfida tra l’argentino e l’ex campione del mondo

La notte degi addii. Ufficiale quello di Del Piero, quasi certo quello di Lavezzi. Diciannove anni di Juve, una bandiera autentica, unica: Alex saluterà con un’iniziativa speciale, sulla maglietta di tutti i bianconeri sarà cucita una patch con la scritta «On Love» e due date: 12 settembre 1993 e 20 maggio 2012, la prima e ultima partita con la Juventus. Dopo cinque anni di Napoli vissuti da grande protagonista e da idolo del San Paolo nell’ultimo mese Lavezzi è finito al centro del mercato. Seguito da Inter, Psg e dai russi dell’Anzhi, una vera e propria asta si è scatenata sul Pocho e Napoli appare sempre più lontana. Mazzarri gli darà una chance da titolare dopo le ultime panchine, farà coppia in attacco con Cavani. «Siamo super concentrati per la finale di Roma», il tweet lanciato ieri da Lavezzi all’arrivo nella Capitale.
Tutti e due hanno un lo stesso sogno: chiudere l’avventura alzando al cielo un trofeo, la coppa Italia, esposta ieri nella sala conferenza dello stadio Olimpico. «Il mio sogno, il nostro sogno è alzare la coppa al cielo. Vogliamo ricordare lo stadio Olimpico per la Coppa Campioni del 1996 e la coppa Italia del 2012», dice Del Piero che con la Juve ha vinto tutto, in Italia e in Europa. Lo stesso sogno di Lavezzi ovviamente che a differenza di Del Piero di trofei a Napoli non ne ha vinto nessuno, anche se quest’anno ha vissuto notti magiche in Champions. Alex e il Pocho. La classe, i numeri, la qualità. I due che più di tutti possono fare la differenza. Del Piero dice: «Al futuro ci penserò da lunedì, la prossima settimana comincerò a pensare a cosa farò da grande. Ora ho una sola cosa in testa, la finale di coppa Italia. Mi concentrerò solo su questo provando a tenere lontani tutti gli altri pensieri. Futuro in Italia, in Arabia? Non lo so. Per me conta il presente. Mi auguro di poter scrivere un’altra pagina vincente». Altro che appagamento, altro che fame placata dallo scudetto o dai successi di un’intera carriera. Alex ci tiene più che mai a chiudere con un’altra vittoria, questo è il suo pensiero fisso. «Voglio vivere il momento, il mio stato d’animo è lo stesso degli ultimi mesi, viverlo anche con un pizzico d’incoscienza. In tribuna ci sarà anche il mio amico Noel Gallagher degli Oasis».
La grande notte di Del Piero ma anche la grande notte del Pocho. Protagonista quest’anno fino a un certo punto in Champions e in campionato. Dopo il ritorno a Londra contro il Chelsea si è spenta la luce, poi ci si è messo anche un infortunio muscolare. Da dimenticare gli ultimi due mesi, Lavezzi non ha segnato più in campionato ed è rimasto a quota nove e nelle ultime settimane ha perso anche il posto da titolare. Le voci di mercato hanno fatto il resto fino ai fischi della scorsa settimana dei tifosi al San Paolo contro il Siena. Tutt’altra atmosfera ieri mattina alla partenza da Napoli in treno dalla stazione centrale per Roma. Solo applausi e incitamenti: «Vai Pocho». Sarà così anche stasera all’Olimpico, non si penserà al futuro, quello che conta è il presente, una coppa Italia da provare ad alzare al cielo. Il Pocho vuole lasciare il segno nella serata più importante, in quella che potrebbe essere la notte dell’addio, vuole lasciare il segno con un gol. E con la Coppa.
L’esperienza di Del Piero, la calma, la serenità. Alex (entrerà in campo dando la mano a John De Laurentiis, nipote del presidente del Napoli e mascotte azzurra) è serissimo quando parla della finale e del Napoli. «Ci troviamo nella migliore e nella peggior situazione possibile. La migliore perchè abbiamo vinto lo scudetto, la peggiore perchè rivincere non è mai semplice e perchè affrontiamo una squadra di grandi qualità come il Napoli. Dovremo metterci tutte le nostre forze per provare a centrare il bis». Tutte le forze ce le metterà anche Lavezzi, in settimana si è allenato bene e ha convinto Mazzarri a schierarlo dal primo minuto. Dopo le ultime panchine l’argentino vuole vivere una grande notte.

Fonte: Il Mattino

La Redazione

P.S.

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