L’ultima volta che un calciatore di nome Diego ha segnato con la maglia del Napoli, quel Diego era Maradona. Era il 24 marzo 1991. La mamma di Demme quel giorno era in dolce attesa, di lì a qualche mese avrebbe visto nascere suo figlio che il padre avrebbe voluto chiamare a tutti i costi… Diego! Già, proprio come l’idolo Maradona. E a distanza di 29 anni l’altro Diego, Demme, ha riportato in un tabellino dei marcatori di una partita del Napoli quel nome che per anni ha fatto sognare i tifosi azzurri. Dal 24 marzo 1991 al 3 febbraio 2020, dalla Sampdoria… alla Sampdoria. Contro i blucerchiati a Marassi Diego Armando Maradona ha segnato il suo ultimo gol con il Napoli, 29 anni dopo, in questo stesso stadio, Diego Demme ha invece esultato per la prima volta in maglia azzurra.
Un evento più unico che raro per un calciatore che, tra le tante qualità, non ha quella di andare in rete con continuità. Quello segnato contro la Sampdoria, infatti, è soltanto il terzo gol in carriera per Demme in più di 300 partite. Nella lunga esperienza di sei anni al Lipsia è riuscito ad andare in rete appena due volte. La prima il 5 aprile del 2017, nel 4-0 contro il Friburgo in Bundesliga. Un gol che gli costò un dente, perso nella mischia risolta da un suo colpo di testa. Il prezzo da pagare per la prima rete in carriera, trovata a 26 anni. Per il secondo gol bisogna andare avanti di due anni e mezzo, fino a questa stagione e alla sfida di Champions League vinta per 0-2 in Russia contro lo Zenit. Nella sua avventura in Italia, invece, ha impiegato appena cinque partite per trovare la prima gioia con la maglia azzurra.
Un gol fondamentale, così come l’apporto che Demme sta dando al nuovo Napoli di Gattuso. Il palleggiatore e, soprattutto, l’equilibratore che gli azzurri cercavano sul mercato dopo l’addio di Carlo Ancelotti e il passaggio al 4-3-3. Il tedesco gioca da schermo davanti alla difesa, pulisce ogni pallone che passa dalle sue parti e fa girare la squadra. Come se avesse un joystick, secondo attrezzo preferito da Demme dopo il pallone, usato nei momenti di svago e che in Germania lo ha visto rappresentare il Lipsia nei campionati e-Bundesliga di Fifa 20.
Il Napoli lo ha portato in Italia con un’importante operazione di mercato: 12 milioni più bonus per il cartellino, 2,5 milioni di ingaggio al calciatore. Rapporto qualità-prezzo ottimo per un giocatore che, negli ultimi anni, è stato uno dei fari del Lipsia, una delle società che maggiormente è cresciuta nel panorama calcistico europeo. Demme ha accettato di lasciarla nella stagione della storia, al primo posto in Bundesliga e agli ottavi di finale di Champions League.
Lo ha fatto per il Napoli, la squadra per cui il padre tifa da sempre. E lo ha fatto per Rino Gattuso, calciatore che ha sempre indicato come suo idolo. Il Lipsia ha perso un leader carismatico e tecnico, salutato più volte sui social dal club tedesco e omaggiato dai tifosi nella prima partita successiva al suo addio con un coro ‘Demme Demme’ al minuto 31, numero che il tedesco ha indossato in Germania. Gesti che testimoniano l’importanza e la considerazione che questo giocatore si era guadagnato in questi anni nella società della Red Bull, presa per mano in Terza Divisione e accompagnata fino ai vertici del calcio europeo.
Oggi Demme se lo godono i tifosi azzurri, già conquistati da un calciatore silenzioso ma efficace. E innamorati di un nome che, a Napoli, ancora fa sognare.
fonte: gianlucadimarzio.com
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