Guarda, segue, studia. S’aggiorna, insomma. E’ chiaro, però, che di queste “vacanze forzate”, come le chiama lui, Luigi De Canio per gli amici Gino, ne farebbe volentieri a meno. Invece per adesso resta solo spettatore interessato di quel che accade sui campi di pallone. Già, ma sino a quando? «Dipendesse da me tornerei in tuta già domani. Ma così va in questo mestiere. E allora aspetto una proposta che mi piaccia, che mi intrighi».
In Italia, oppure strizza un’altra volta l’occhio all’Inghilterra?
«Allenare all’estero è stata una grandissima esperienza. Certo che lo rifarei. Ma a parità…»
Capito: viva l’Italia e viva il nostro campionato. Anche se non per tutti tira aria di festa e di tranquillità. Per il Napoli, a esempio. Che ne pensa caro De Canio: il Napoli è una squadra in crisi? Forse nei suoi confronti s’è peccato d’ottimismo?
«Crisi? Ma per carità! E’ vero, in questo momento non se la passa bene, vive un momento d’incertezza, ha mancato qualche appuntamento assai importante, ma non c’è nulla a cui non possa rimediare».
Il Napoli la ringrazierà per la fiducia, ma intanto come se lo spiega questo ormai lungo segmento di sconfitte?
«Facile. Il Napoli ha avuto una crescita costante ed ha ricevuto apprezzamenti ovunque».
Però?
«Però non basta. Arrivati in alto bisogna saperci anche restare, che vuol dire avere continuità di rendimento e risultati. Al Napoli è mancato questo. Ovvero, ciò che in una squadra segna il raggiungimento della maturità definitiva per restare ai massimi livelli».
Un brutto stop a quel processo di crescita che andava avanti da un bel po’…
«Perché che andava avanti? Che va avanti ancora. Anzi, superare questo momento di difficoltà, di risultati che non vengono, di conti che non tornano, di penalizzazioni, di squalifiche importanti e anche di scarsa fortuna in campo, sarà per il Napoli un bel passo avanti sulla strada di quella maturità di cui dicevo prima».
Un successo a Siena sarebbe la medicina giusta?
«Le vittorie sul campo sono sempre la medicina giusta. Poi, dopo il Siena, ci sarà la sosta e il Napoli potrebbe sfruttarla per rimettere ordine in quello che non va».
Prima, però, c’è il Siena: un’altra squadra disperata.
«Intanto, posso approfittare per dire buon lavoro a Iachini e a Delio Rossi?»
E detto questo?
«Dico che a Siena non c’erano le premesse e le ragioni per un cambio di panchina. Senza penalizzazione il Siena avrebbe 17 punti. Ovvero sarebbe in perfetta linea con le sue ambizioni di permanenza in A. Insomma, non è una squadra scarsa, male organizzata, depressa e già mezza retrocessa. Nient’affatto. Ecco perché il Napoli non può sottovalutarla. Ma è inutile anche dirlo, questo il Napoli lo sa. E poi, il nostro campionato è bello per questo: non c’è mai nulla di certo e di scontato, no?»
Cannavaro fermo, Aronica praticamente già al Palermo, Campagnaro con i piedi a Napoli e la testa all’Inter, Fernandez che non rassicura. Difesa da ridisegnare, insomma. E allora, vista la difficoltà di far stare assieme giovanotti che assieme ci hanno giocato molto poco e viste pure quelle leggerezze, chiamiamole così, della difesa azzurra, non sarebbe il caso di pensare ad una linea a quattro?
«Premessa: visto quanto fatto sino a oggi, bisogna fidarsi di Mazzarri e delle scelte che propone. E poi chi l’ha detto che passando da una difesa a tre a una difesa a quattro scomparirebbe ogni problema? Certo, in partita se serve si può fare e anche il Napoli lo fa, ma cambiare stabilmente modulo vuol dire allenare la squadra ad altri movimenti. E ci vuole tempo. Farlo all’improvviso potrebbe essere addirittura controproducente».
Avvocato De Canio, vuole aggiungere qualcosa?
“Certo. Ed è un concetto generale al quale tengo molto”.
Dica pure.
«Certe decisioni, certe riflessioni, certi cambiamenti non possono non coinvolgere anche il club. Anzi, a volte possono addirittura partire dalla società. Mi spiego: il dialogo tra le varie componenti deve essere costante e deve tener conto di tante esigenze: la valorizzare di certi giocatori a esempio; oppure, la crescita dei giovani, le priorità di certi obiettivi. Insomma, ad un progetto di crescita debbono necessariamente contribuire tutti e le scelte debbono essere sempre, dico sempre, funzionali al futuro del club. Questo è un principio al quale non rinuncio mai».
Giusto. Intanto, messo com’è, il Napoli come obiettivo prioritario ora cosa deve avere: il terzo posto?
“Macché. Così come sta capitando al Napoli, un rallentamento potrebbe averlo anche la Juve».
Lei pensa davvero che?
«Sì, lo penso davvero: il Napoli è una gran bella squadra e deve continuare a pensare di poter arrivare anche allo scudetto. Dovrebbe forse rinunciarci con tutto un girone di ritorno da giocare ancora?»
E ovviamente lo stesso discorso vale per l’Europa.
«Ovviamente. Anzi, proprio l’Europa League può accelerare quel processo di crescita che porta alla maturità».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro