Ora sì, i suoi ragazzi lo chiamano mister e lui si gira. Al contrario delle prime sgambate di agosto, quando sistemava paletti e birilli senza ancora la piena consapevolezza della sua nuova vita sportiva. Era allenatore solo per i suoi calciatori, giovanotti di 16 anni, lui faticava a considerarsi tale. Ma era solo questione di tempo. «Ora è diverso, ci ho preso giusto». Cristiano Lucarelli ha capito di essere un tecnico vero quando domenica si è seduto per la prima volta ufficiale sulla panchina degli Allievi Nazionali del Parma. Un esordio di campionato col botto: vittoria per 7-0 e tre punti.
LE SCELTE – I primi complimenti? «Dal presidente Ghirardi e dal direttore Leonardi, via messaggio». Riflessioni a freddo? «Prima della gara ho dovuto fare le scelte di formazione. Ecco, lì ho capito la durezza di questo lavoro. Ma non chiamatemi allenatore, per ora solo aspirante» . Fatto sta che l’ansia del debutto l’ha sentita. «Lo ammetto. Da calciatore ho segnato ad ogni mio esordio, anche in Nazionale (contro la Serbia nel 2005, ndr). Ci tenevo ad iniziare col piede giusto, anche se non mi interessava il risultato clamoroso. Immaginatevi il varo di una nave: ecco, io ho usato lo champagne» . Hanno partecipato alla festa, a loro discapito, i ragazzini proprio del Livorno, la sua città natale, guidati dall’ex compagno della promozione in A, Alessandro Doga. «Ma non penso si siano arrabbiati dei sette gol, capita spesso a questi livelli. Una giornata storta può capitare, anche se il Livorno è sempre nel cuore» .
SEDIA CHE SCOTTA – Mister Miliardo ora è solo mister. Nell’estate 2004 Lucarelli rifiutò quella cifra per giocare nel Livorno, adesso ha iniziato una nuova avventura da allenatore ed educatore. «Ha la stoffa, farà bene» azzarda uno spettatore dopo il 7-0. Lucarelli non ha allenatori a modello. «Sono partito dal 4-3-3, ma l’obiettivo è provare altri due assetti e mandarli a memoria. Serviranno per la crescita dei ragazzi. Ma l’importante è che abbiano la stessa cattiveria che avevo io in campo, la voglia di fare sempre meglio». Cristiano ha preferito l’odore del campo al rigore dell’ufficio. La stessa scelta di un altro ex goleador, Pippo Inzaghi, alla guida dei pari età del Milan. Pure lui ha vinto all’esordio. «Sì, ma il suo è un contesto del tutto diverso, è un universo. Abbiamo segnato tanto da giocatori, ora sarà una sfida a distanza». Anche perché la seggiola occupata da Lucarelli non è affatto comoda: gli Allievi Nazionali sono l’ultima squadra giovanile in casa crociata ad aver vinto lo scudetto. Era il 2003-2004, il tricolore fu conquistato da giovani promesse classe ‘87 come Lupoli, Giuseppe Rossi, Cigarini, Dessena, Savi. Da allora il settore giovanile gialloblù non ha più sfornato giocatori da serie A.
TALENTO CERRI – Cristiano sa benissimo di avere a disposizione qualche ragazzino pronto a sfondare. «Direi quattro-cinque» spiega. Su tutti Alberto Cerri, 16 anni e una splendida tripletta domenica. E’ nel giro della Nazionale under 17 di Zoratto da un paio d’anni. Proprio in azzurro, qualche giorno prima, aveva segnato un’altra tripletta. «E’ uno dei talenti più quotati e attesi, non lo scopro certo io. Ha margini di miglioramento, per questo non mi accontento: ha fatto tre gol, ma deve essere più spietato e cattivo sottoporta. Come ero io, spero di dargli qualche consiglio prezioso» . Insomma, Lucarelli è già nella parte. Ogni allenamento (3-4 settimanali) e ogni partita rappresentano tappe di un percorso personale. Lui sogna una panchina di A, magari proprio quella del Parma. Oggi, intanto, sarà a Collecchio per guidare il consueto allenamento. Per i ragazzi l’appuntamento è alle 15, per Cristiano un po’ prima: deve preparare tabelle ed esercizi. Perchè, come dice lui, da calciatore trovi la pappa pronta, da allenatore tutto il contrario.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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