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Lucarelli: “Regalatemi la Coppa”

L'ex bomber del Livorno deciderà il suo futuro dopo il 20 maggio

Impossibile non notarne l’assenza prolungata. Impossibile. Assolutamente. Perché Cristiano Lucarelli, si sa, non è mai stato e non sarà mai una persona qualunque. Non è una presenza qualsiasi: è un modo di essere attaccante. Un calciatore che ha scritto a suon di gol e scelte vere, di cuore e di emozione, pagine di un calcio che per lui, e per quelli come lui, sarà sempre uno degli aspetti romantici della vita. E allora, salve pirata: lo incroci, ci parli. E poi ancora. Come va? «Meglio. Ora molto meglio» . Dimagrito ma anche rinfrancato. Meglio, ma prima un po’ così: dopo il ginocchio, quest’anno a metterlo ko ci ha pensato un altro tipo di problema fisico. Che jella. « Già, però ora le cose vanno bene». Bene. Tranne che per quella maledetta voglia di campo: « Eh, però mi sa che è arrivato il momento di smettere di giocare: deciderò dopo la Coppa Italia». Un colpo e un tuffo al cuore. E anche una standing ovation all’uomo, al calciatore, al guerriero.

IL KHARMA – E allora, l’ultimo capitolo della vita napoletana di Cristiano Lucarelli da Livorno detto da molti il Che. Il ragazzo all’argentina, colore rosso sangue nelle vene e sulla pelle, e un profilo di quelli che non possono evitare l’incrocio di una penna. Sarà il destino, sarà il suo karma, fatto sta che lui vuol dire sempre storie di vita vissuta. Umanità oltre il calcio mescolato ai colori di un lusso in cui lui non riesce proprio a intingere il pennello così. Senza colpo ferire. Senza lasciare tracce di altro tipo. « Sì, questi due anni di Napoli sono stati segnati da un brutto infortunio e da quest’ultima parentesi». Un problema fisico non proprio banale, ma neanche grave per fortuna, che lo ha costretto a una lunga assenza. « Però credetemi, qui ho goduto di tante, tantissime altre cose: la gente, le conoscenze, le amicizie. I rapporti umani. Una città straordinaria sotto ogni punto di vista. Sono venuto per il calcio, ma non si vive di solo calcio». 
LA COPPA – Questo è Cristiano. Uno che riesce sempre e comunque a succhiare il nettare. Nonostante tutto: « La stagione purtroppo è saltata. Anche la seconda. Anche questa». La prima si andò a far benedire per colpa di un intervento a un ginocchio, ferito in battaglia, al San Paolo contro l’Utrecht, in occasione del suo debutto europeo in maglia azzurra. « Non sono stati certo due anni semplici, sono stato un po’ sfortunato, però va benissimo lo stesso». E meglio andrebbe se il 20 maggio all’Olimpico, il Napoli dovesse conquistare la Coppa Italia contro la Juve. Ovvero la squadra contro cui Lucarelli ha coronato il sogno di segnare anche da scugnizzo. E che gol. « Mi aggregherò alla squadra. Non farò parte dei convocati ma darò il mio sostegno da tifoso: vincere sarebbe stupendo. E non sarebbe da tutti, vivere un’emozione così in questa città». 

IO, MAZZARRI E IL FUTURO – Città che l’ha assorbito e lo ha cullato. Coccolato. « Ho preso tutte le migliori abitudini». E anche il patentino di allenatore di prima. « A giugno comincerò un altro corso a Coverciano per prendere quello di seconda: mi permetterà di allenare in Lega Pro e magari fare anche il secondo in A». Frustalupi concederà la battuta: di Mazzarri? « No, no, lasciamo stare: litigheremmo di continuo!». E allora, cosa accadrà tra due settimane? Dirigente a Napoli o altrove? « Credo che la carriera di calciatore sia finita. Credo. Perché nel calcio non si può mai dire. Mai chiudere la porta del tutto». Neanche a 37 anni. Vissuti sempre da Lucarelli.

Fonte: Corriere dello Sport

La Redazione

A.S.

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