NAPOLI – Nella sua villa, immersa nel verde della collina di Posillipo, si respira un clima da ultimi giorni di scuola. Finita la stagione calcistica da un pezzo, anche per Cristiano Lucarelli è giunto il momento di staccare la spina e concedersi qualche settimana di vacanza prima di tornare al lavoro. Con quale maglia, chissà.
Sono giorni decisivi, per il suo futuro, sospeso a metà tra il Napoli, il Parma (proprietario del suo cartellino) e una nuova, possibile destinazione. Fosse per lui, non ci sarebbero dubbi: l’azzurro l’ha stregato, così come la città e la sua gente. L’impressione è che da qui non se ne andrebbe più.
Per parlare dell’esperienza in terra partenopea e non solo, in una lunga chiacchierata contrassegnata dalla consueta schiettezza, Cristiano ha aperto le porte di casa a Goal.com.
Cristiano, eravamo rimasti alla tua volontà di firmare in bianco per il Napoli: com’è oggi la situazione? “Per il momento sono sempre della stessa idea, nel senso che se ci fosse la volontà del Napoli di proseguire questo rapporto sarei a disposizione a firmare il contratto in bianco. Per come mi sono trovato in questa città, per la bellezza, per la qualità della vita e sarei disposto a mantenere quell’impegno che ho preso. Nelle scorse settimane ci siamo sentiti con il presidente De Laurentiis per salutarci, l’ho ringraziato della possibilità che mi ha dato, ma non è venuta in quel frangente la possibilità di rimanere“.
Potessi scegliere, bomber di scorta del Napoli in Champions o punto di riferimento in una squadra di A che punta alla salvezza? “Essere protagonisti fa sempre piacere e sono convinto che senza l’infortunio uno spazio importante avrei potuto ritagliarmelo anche qui a Napoli. A questo punto della carriera, in una grande squadra come il Napoli di oggi, può anche andar bene partire dalle retrovie per poi cercare di guadagnarsi il proprio spazio“.
Hai la sensazione che questa realtà possa restare al top del calcio italiano a lungo? Lo sai, qui si sogna lo Scudetto… “Assolutamente sì. Il Napoli vanta tanti giocatori cardine ancora molto giovani, di 23-24 anni. Se anno dopo anno, attorno a loro, saranno inseriti un paio di tasselli dello stesso livello, sono convinto che nel giro di un triennio Napoli possa toccare con mano, concretamente, la possibilità di vincere lo Scudetto“.
Sono i primi giorni di mercato, a Napoli c’è grande pressione sulla società in vista della Champions. Dai loro un motivo per stare tranquilli: De Laurentiis farà le cose in grande? “Io mi sento di poter dire che i tifosi napoletani sono in ottime mani con il presidente. Non ha senso farsi prendere dall’orgasmo di dover annunciare un colpo a tutti i costi, quando magari tra un mese i giocatori costeranno la metà rispetto ad oggi“.
Diventa testimonial per qualche istante: fai uno spot per il Napoli da calciatore a calciatore, spiega perchè vale la pena indossare la maglia azzurra… “L’ho detto spesso durante quest’anno, secondo me un calciatore non può sentirsi tale se non ha fatto almeno una stagione a Napoli. Dal punto di vista mediatico è una piazza che raccoglie meno rispetto a Milan, Inter e Juve, tv e giornali sono tutti per quelle squadre. Se giochi lì i media ti fanno sentire calciatore, a Napoli sono i tifosi a farti sentire calciatore, per la ribalta che ti danno. La differenza è tutta qui, è un’emozione che va sicuramente provata“.
Guardiamo oltre Napoli: cosa c’è nel tuo futuro? Hai già offerte importanti, anche in Serie A? “Sì, qualcosa si è mosso, ma di base non ho fretta. Ho un altro anno di contratto a Parma e in teoria dovrei rimanere lì. A metà mese mi incontrerò con Ghirardi e Leonardi per capire quali sono le esigenze reciproche e trovare una soluzione, eventualmente anche una permanenza a Parma. Tutto passerà da questo confronto“.
Che idea ti stai facendo su questo polverone del calcioscommesse? “Innanzitutto bisogna effettivamente provare quello per cui vengono accusate queste persone. Un conto è millantare per telefono, un conto poi effettivamente determinare i risultati delle partite. Al di là del grande tam tam mediatico al quale siamo abituati, aspetterei prima di giudicare. Non mi piace saltare addosso alle persone solo perchè ‘si dice che…’. Ognuno è innocente fino a prova contraria, preferisco concedere sempre alle persone la possibilità di dimostrare che le accuse non sono vere. E’ chiaro, se fosse provato tutto quello di cui si sente parlare, sarebbe un danno grave per il calcio sotto ogni punto di vista. In un momento economico del genere, non sarebbe un bel biglietto da visita per il movimento“.
Responsabilità oggettiva: secondo te è giusto che un’intera società paghi per le malefatte di un solo suo tesserato? “No. E’ sbagliatissimo. Da quello che si evince ci sono società che erano completamente all’oscuro della condotta di determinati calciatori, quindi non è giusto penalizzare i club. Già oggi non è facile trovare imprenditori disposti ad investire nel mondo del calcio, se poi uno deve pagare anche per colpe non sue e per cose fatte alle sue spalle, penso che il calcio corra veramente il rischio di scoppiare. Non ci si può lamentare se il calcio non suscita più interesse verso nuovi capitali, se persone che hanno deciso di mettere soldi in questo business vengono rovinate dalle azioni di un solo individuo, rischiando di subire un danno economico e di andare giù di due categorie. Prima di penalizzare un presidente all’oscuro di tutto, non si può pretendere che segua la vita di 25 persone, controllandone le giornate. Mi auguro che gli eventuali responsabili siano puniti singolarmente, che le società siano lasciate fuori. Ma ripeto, vorrei che prima si capisse veramente cos’è successo prima di esprimere giudizi. Nel calcio c’è qualche mela marcia come in qualunque settore, ma da qui a colpevolizzare un intero sistema ce ne corre“.
Da uomo che ha vissuto il campo, è realmente possibile indirizzare da soli una partita? “Bisogna essere veramente bravi. Secondo me solo Maradona poteva, ma per far vincere la sua di squadra (ride, ndr). Scherzi a parte, da soli credo non sia possibile far niente di ciò che si è letto in questi giorni. Io separerei il millantare telefonicamente con una persona che si conosce dai fatti reali“.
Nella vicenda è forte il coinvolgimento della Lega Pro, palcoscenico che anche tu hai calcato nella tua lunga carriera… “Credo che la Lega Pro vada rivista. Non si può pensare ad una C professionistica, dovrebbe essere semi-professionistica. Con bacini d’utenza limitati e il colosso domenicale delle televisioni che seguono la Serie A, è impensabile che in Lega Pro si paghino aliquote al 40% come succede in A e B. Andrebbe fatto un semi-professionismo, per contrastare evasione fiscale e giro di scommesse. A volte si legge di squadre in grossa difficoltà economica perchè oggi la Lega Pro ha i costi della B senza averne la mutualità e gli introiti. Meglio una tassazione più bassa pagata da tutti, che una tassazione alta che non viene pagata da nessuno“.
Chiudiamo tornando al Napoli. Tutti ricordano la tua famosa esultanza con la maglia del Livorno. Mettiamo caso tu resti a Napoli: in caso di un goal decisivo in Champions, quale esultanza riserveresti al San Paolo? “Non lo so (ride, ndr). Queste cose sono belle perchè vengono spontanee, e quel giorno lì venne naturale. Chiaro che sarebbe sicuramente una gioia indescrivibile. La Champions l’ho fatta con lo Shakthar, ho avuto la fortuna di segnare, di essere capocannoniere della prima fase con Cristiano Ronaldo con quattro goal. Quella musichina ti dà uno stimolo particolare. Sarebbe bello avere questa possibilità, ma è anche giusto che la società faccia le sue valutazioni. A me non piace stare in paradiso a dispetto dei santi, per cui se il Napoli farà altre scelte dovrò solo ringraziare tutti per la possibilità che mi è stata concessa“. Il popolo del San Paolo certe cose non le dimentica. E le parole, a volte, valgono più di un semplice goal…
Fonte: Goal.com
La Redazione
S.D.
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