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Luca Marchetti: “Prossimi giorni decisivi per Pavoletti al Napoli. Gabbiadini sempre più verso la Premier League”

"Anche gli azzurri si aggiungono alla corsa per Caldara"

Arrivato dicembre, il freddo, gli addobbi di Natale. Significa che è di nuovo mercato. Operativo. Non come avrebbe voluto il Milan. Il closing fra una settimana non ci sarà: di nuovo un rinvio, stavolta fino al 3 marzo, ancora una volta a mercato chiuso. Ancora una volta una caparra, altri 100 milioni di euro che sarebbero persi se non si dovesse chiudere. Significa che se il Milan dovesse rimanere in mano a Berlusconi, Fininvest incasserebbe comunque i 200 milioni, senza che Sino Europe Sports Investment abbia nulla a pretendere. C’è qualcuno che è convinto di sapere come andrà a finire: li invidio, noi non lo sappiamo. Finora abbiamo sempre cercato di raccontare quello che succedeva, naturalmente secondo le nostre informazioni. Abbiamo i nostri interrogativi, i nostri dubbi, le nostre certezze. Ma preferiamo cercare di raccontare al meglio possibile i fatti. Di sicuro il rinvio non è un bel segnale, anche perché non è il primo di questa avventura. I nomi che compongono la SES non sono noti al pubblico ma solo a Fininvest (che nell’ultimo incontro ha voluto avere garanzie che questi 420 milioni esistessero veramente). La migliore garanzia possibile (per tutti) è la caparra: così alta da non poter pensare che possa essere buttata da parte di chi compra, così alta da giustificare qualche interrogativo non ancora risolto da parte di chi vende. È evidente che ora il mercato non sarà né faraonico, né gestito da Mirabelli e Fassone. Sul comunicato Fininvest si parla di condivisione delle scelte: significa che l’operatività in questo mese di gennaio ce l’ha ancora Galliani con i suoi uomini e che eventualmente Fassone potrebbe chiedere approfondimenti se dovessero esserci “stravolgimenti” o impegni economici rilevanti. Ecco perché crediamo che sarà un mercato conservativo, anche perché il Milan sta facendo bene e non c’è bisogno di stravolgere proprio nulla. E sul concetto di Milan giovane e italiano si innestano gli interessamenti molto forti per Caldara e Gagliardini (operazioni da fare adesso ma per giugno, ecco perché serve il doppio ok), senza dimenticare che Mirabelli continua il suo lavoro a prescindere dalla sicurezza della chiusura.
Discorso esattamente opposto all’Inter dove avrebbero la disponibilità economica per poter fare qualsiasi cosa vorrebbero, ma da un lato il fair play finanziario, dall’altro la posizione in classifica e l’uscita dall’Europa inducono a ragionamenti diversi: cedere, sfoltire, anche per fare spazio ad eventuali colpi a sorpresa. Ma la priorità in casa nerazzurra è ridare una struttura e una solidità alla squadra. Finora tra dimissioni, esoneri e brutte figure (in campo) la nuova Inter cinese ha meravigliato più per le spese (o per la modalità del famigerato casting per l’allenatore) che per la progettualità e i risultati. Ci vuole tempo per imparare, ci mancherebbe, soprattutto per chi viene da un mondo completamente diverso dal nostro. Ma dopo un po’ è ora di fare un consuntivo e cercare di capire i propri errori. Fidandosi di chi il calcio italiano e l’Inter li conosce bene. Gabigol sarà probabilmente ceduto in prestito (soprattutto dopo le parole del suo procuratore in questi giorni) e il Las Palmas sta facendo sul serio. Nel frattempo invece risolta completamente la vicenda Brozovic, in tempo utile per il mercato di gennaio. La Juve un pensierino in estate l’aveva fatto forte del fatto che il rinnovo contrattuale non era ancora arrivato. Ora invece il rinnovo c’è: 2 milioni e 200mila euro per 5 anni con la clasuola a 50 milioni, valida soltanto per l’estero. Alta ma non impossibile. Sempre a proposito di Inter e di cessioni: riprende quota il discorso Jovetic Fiorentina. Contatti ufficiali con l’Inter non ce ne sono stati, ma con l’entourage dle giocatore sì e visto che il problema ad agosto era stato proprio l’ingaggio di Jojo (che per la Fiorentina è fuori budget) se dovesse risolversi questo ostacolo la strada sarebbe in discesa. Non in discesa ma comunque con gli obiettivi chiari quella di Napoli e Juventus. Il Napoli vuole un attaccante e l’obiettivo numero uno (da tempo) è Pavoletti. Stavolta si può fare sul serio visto che il Genoa di fronte all’offerta di 18 milioni di euro più bonus (3), sta tentennando. I prossimi giorni saranno decisivi per capire come sta il giocatore, ma questo potrebbe essere uno dei primi acquisti della nuova campagna acquisti invernale. E attenzione perché il movimento a Napoli potrebbe essere piuttosto intenso: Gabbiadini che non è certamente contento di come sta andando questa sua stagione in azzurro potrebbe decidere di lasciare e andare all’estero. Le pretendenti non mancano: Stoke e West Ham in Inghilterra, Schalke e Wolfsburg in Germania, Marsiglia e Lione in Francia. Basterebbe soltanto scegliere. In difesa anche il Napoli si aggiunge alla corsa per Caldara, oltre alla Juventus. Juve che ha le idee altrettanto chiare. Ha bisogno di un centrocampista: quel Witsel che aveva preso praticamente già ad Agosto e saltato nonostante la presenza dle giocatore a Torino. La logica dice che l’affare si chiuderà con qualche settimana di ritardo, nonostante le recenti parole del giocatore possano instillare qualche dubbio. Il Torino dopo il derby si concentrerà su Castro, per il quale i contatti sono già stati avviati. Il Chievo proverà nella mission impossibile di far tornare Paloschi, l’Atalanta interessata a Neto del Genk.

Fonte: Luca Marchetti per Tmw

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