Nessuna marcia indietro, nessunissima intenzione di mollare tutto. L’amarezza, però, è tanta. Anche perché «siamo noi che stiamo facendo una cortesia a Salerno, non Salerno a noi». La contestazione dell’Arechi non ha scalfito più di tanto le certezze di Claudio Lotito, patron della Lazio e comproprietario della Salernitana insieme con il cognato Mezzaroma. «Vado avanti per la mia strada», aveva confessato domenica dopo i fischi e qualche sputo piovuti dalla curva Sud. «Sono tranquillo e sereno», ribadisce a mente fredda.
Cos’è successo, presidente?
«Niente, non è successo niente».
Ma come? La contestazione, i fischi, gli sputi...
«Ma era solo una sparuta minoranza con poca cultura sportiva, gente che non si rende conto di cosa abbiamo fatto per organizzare squadra e società e che pertanto non merita considerazione. Quasi tutta la curva mi applaudiva».
E gli sputi?
«Non sono stato colpito da nessuno sputo, ero a trenta metri di distanza ed era impossibile che accadesse. Sono un soggetto particolare dal punto di vista della sicurezza personale, se mi avessero sputato addosso avrei fatto arrestare il colpevole».
Restano quei fischi dopo una vittoria, la terza consecutiva.
«Ma questa è gente che non rappresenta nulla e s’arroga il diritto di rappresentare una tifoseria sana. La curva deve emarginare queste persone che non hanno nulla a che vedere con il calcio e vanno allo stadio in condizioni psichiche non equilibrate».
Nessuna frattura?
«Ho ricevuto tante telefonate di solidarietà dai club organizzati e anche da amici al di fuori del mondo del calcio».
Un po’ di delusione, però, traspare.
«Ormai porto addosso un impermeabile: prendo atto e tutto mi scivola addosso, poi mi comporto di conseguenza».
Sia meno criptico.
«Sono tranquillo e sereno ma se quest’atteggiamento ostile dovesse proseguire e la città dovesse stabilire che non siamo graditi allora toglieremmo il disturbo e ce ne andremmo. Di sicuro non accetteremo intimidazioni».
Intimidazioni?
«Finora la tifoseria ha chiesto senza dare, evidentemente era abituata a influire nelle decisioni strategiche della società ma da noi non accadrà. Combatteremo le intimidazioni con tutti i mezzi legali a nostra disposizione».
I tifosi lamentano prezzi troppo alti per gli abbonamenti.
«I tifosi rispettassero di più questo progetto. Abbiamo ridato dignità alla squadra tenendo fede a tutti gli impegni. Il sindaco ha investito su di noi e noi ci siamo messi a disposizione con grande spirito di servizio. Io non ho nessun vantaggio a stare qui né mi preoccupo della piazza, forse qualcuno dimentica che non sono un presidente di Lega Pro».
Ma i prezzi...
«I prezzi sono inferiori del 30 per cento rispetto a quanto si pagava con Lombardi, fate bene i conti. Mi aspettavo più abbonamenti, questa risposta (solo 205 tessere, ndr) è vergognosa in rapporto alle promesse fatte quando ci veniva chiesto di acquistare la storia».
Almeno la squadra le sta regalando soddisfazioni.
«La squadra è altamente competitiva e da quando è tornato Perrone vince e convince. Abbiamo commesso l’errore di scegliere un allenatore salernitano per stabilire un legame più forte con la città ed è stato un disastro, ma abbiamo provveduto in tempo. Fosse dipeso da me l’avrei esonerato già dopo la prima giornata».
A Roma, invece, ha indovinato subito l’allenatore giusto.
«Perché ho fatto di testa mia».
A proposito, dove può arrivare la Lazio?
«La società è solida, la squadra ha qualità e l’allenatore sta facendo emergere tutte le potenzialità del gruppo, poi ogni partita fa storia a sé».
Sabato c’è Juventus-Napoli.
«Se permette sabato c’è Lazio-Milan».
Non vedrà la partitissima di Torino?
«Penso proprio di no, avrò altro a cui pensare».
Almeno ha seguito le polemiche degli ultimi giorni con gli allenamenti differenziati dei nazionali della Juve?
«Ogni squadra si comporta come crede, io preferisco non alimentare polemiche».
Imperscrutabile. Non posso strapparle neanche un pronostico?
«Dico solo che il Napoli è un avversario temibile per tutti, bisogna essere al 100 per cento per tenergli testa».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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