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Lorenzo e Roberto Insigne: due fratelli con il pallone nel destino. Il sogno? Ritrovarsi in maglia azzurra

Il più grande, il ventitreenne in cerca della consacrazione definitiva e soprattutto di una pace da siglare già domenica con il San Paolo. Roberto ha già conquistato tutta Reggio Calabria

Sette minuti eterni. E poi, più o meno due anni dopo, tante storie e un progetto. Ladies and gentlemen, Lorenzo e Roberto: gli Insigne(s). I fratelli Insigne che continuano a camminare mano nella mano, nonostante un vuoto di più o meno 500 chilometri: è questa la distanza tra il Napoli di Lorenzo e la Reggina di Roberto; è questa la tappa del viaggio di una vita che, un giorno, magari li riunirà. Sì, il sogno è scritto e conservato: di nuovo insieme nel Napoli, in campo, come accade con il Palermo nel 2013. Ma stavolta per vincere. Da protagonisti.

I LIBRI. E allora, cassetto chiuso e via: perché d’accordo la speranza di quello che potrebbe essere – considerando anche che il cartellino di Roberto è di proprietà del club azzurro – però oggi la dinastia è sospesa tra Napoli e Reggio Calabria. Tra la volata scudetto di Lorenzo, il fratello maggiore, e magari la seconda volata promozione del fratello minore, uno che nella stagione precedente ha già vissuto e festeggiato la gioia con il Perugia e che nelle prime due giornate del nuovo campionato ha realizzato 3 gol. Due volumi da leggere, insomma, per quelli di casa Insigne. Due volumi della stessa enciclopedia di un calcio cresciuto in casa, a Frattamaggiore, con lo sfondo azzurro che più non si può.

CHE TRISTEZZA. Il prologo? Beh, ovvio, di Lorenzo. Il più grande, il ventitreenne in cerca della consacrazione definitiva e soprattutto di una pace da siglare già domenica con il San Paolo. Il suo stadio, la culla della sua gente, dei sogni e di recente di qualche incubo: brutta davvero, è stata l’ultima scena di Champions con l’Athletic Bilbao; brutta perché alla sostituzione piovvero fischi, sulla sua testa, e la risposta non si fece attendere: gesto con la mano come a dire, “fischiate ancora, forza”, e poi la maglia gettata via in panchina. Inequivocabile il fotogramma finale: Insigne seduto con il volto coperto, tremendamente amareggiato e ancor più triste.

LA PACE. Bene, che si fa? L’idea è semplice: bisogna chiudere la questione e siglare la pace. Può parlare con il calcio, Lorenzo. Può farlo perché ha gli argomenti giusti: il ritorno al San Paolo può diventare anche il giorno dell’abbraccio e del sorriso ritrovato. Tutto sommato, non sfugge e non sfugga, nelle vene di Insigne scorre l’azzurro.

VAI FRATELLO. Del tutto diversa la situazione di Roberto, nello spazio di due partite, ha già conquistato la Reggina e Reggio tutta: la doppietta all’esordio con la Casertana e il gol con la Paganese gli hanno regalato il trono dei marcatori del girone C della Prima Divisione. E, soprattutto, la stima e l’affetto dell’ambiente. E ora, il Messina: domenica alle 18, giusto in tempo per riscaldarsi con Napoli-Chievo e con il tifo per Lorenzo. Vai fratello. Che ricambierà, altroché: poi, lunedì, di nuovo uniti a casa. Per poco ma intensamente. In attesa che i sogni diventino realtà: Roberto e Lorenzo, insieme nel Napoli. E non soltanto per i sette minuti regalati da Mazzarri il 13 gennaio nel 2013. All’epoca fu un momento romantico: nel cassetto, invece, c’è una storia di successi da scrivere a colpi di talento.

Fonte: Corriere dello Sport

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