Là davanti c’è spazio. E se non ci fosse, Lorenzo Insigne è pronto a prenderselo. Lo ha fatto con il Napoli, lo sta facendo adesso con la Nazionale. Stesso destino. Sì, i giochi per Brasile 2014 sono tutt’altro che fatti in attacco. Cinque posti, solo due già appaltati. A meno di infortuni. Sicuri di una maglia Balotelli e Osvaldo. Così come avviene con Benitez: solo in due, Hamsik e Higuain sono sicuri di essere titolari. E Lorenzo? «Io sto bene, sono felice quando indosso la maglia dell’Italia e penso solo a giocare al meglio ogni gara. Ovvio che sogno di andare ai Mondiali. Così come sogno la Champions e lo scudetto col Napoli». In un anno ha bruciato ogni tappa: a Palermo, il 20 agosto del 2012, il debutto in serie A dal primo minuto. A Modena, dieci giorni dopo, l’esordio con Prandelli. Il 21 settembre, la prima rete col Napoli, contro il Parma. E così via: fino alla notte del 14 agosto, quando nell’amichevole con l’Argentina all’Olimpico, in onore di papa Francesco, ha stregato tutti con un pallonetto dai 20 metri. Ora è lì. Titolare nel Napoli e pronto a fare il debutto in Champions. «Non vede l’ora che arrivi la gara con il Borussia Dortmund – ammette Antonio Ottaiano, parlando a radio Crc – Anche se prima c’è l’impegno con la Repubblica Ceca. L’infortunio? Nulla di grave, è uscito per precauzione. Siamo soddisfatti della sua prova e lo è pure lui». Lorenzo sa che per andare a Rio de Janeiro, il prossimo giugno, deve fare due cose: giocare nel Napoli e giocare bene. In attacco restano aperte tre porticine da qui al Mondiale. In corsa, vecchietti terribili come Francesco Totti, Antonio Di Natale e Alex Del Piero, marpioni in cerca di rilancio (Gilardino, per esempio, che era in Germania nel 2006 e ancora lotta e segna) e baby ambiziosi. Insigne, in questo momento, sembra in pole: è in condizioni scintillanti e non delude mai le aspettative di Prandelli e dello staff azzurro. E ora come arma in più ha Benitez. Nel Napoli di Mazzarri è stato spesso «vittima» di Goran Pandev, che il tecnico toscano spesso preferiva al piccolo divenuto campione alla corte di Zeman. Quest’anno, le gerarchie con Rafa sembrano ribaltate: con il Bologna ha giocato il macedone, ma solo perché Lorenzo era stato male nei giorni precedenti. A Verona, a parità di condizioni fisiche, in campo è andato Insigne. «Il Magnifico» è in testa al gruppo, sia in quello di Benitez che in quello di Prandelli. Se il fastidioso infortunio rimediato con la Bulgaria sarà, come sembra, poca roba, giocherà anche contro la Repubblica Ceca, nello Juventus Stadium, l’impianto-gioiello della principale rivale per lo scudetto. Nel Napoli, la fiducia incondizionata di De Laurentiis (che gli ha rinnovato il contratto fino al 2018, accontentando il suo desiderio) e Benitez, gli hanno fatto fare lo scatto in avanti. Si sente al centro del progetto: in quello di Rafa e in quello di Cesare. Tra i baby usciti dalla nidiata dell’ultima Under 21 è quello che ha le carte più in regola. Insigne ha già fatto fuori Giovinco dal giro azzurro. El Shaarawy ma rischia seriamente di finire ai margini del progetto Milan dopo gli acquisti rossoneri di Matri e Kakà. E allora? «Voglio andare al Mondiale, è il sogno di tutti. E lo è anche il mio. Così come voglio vincere lo scudetto con il Napoli». Il ragazzo ha proprio le idee chiare.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
S.D.
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