Lo scugnizzo vive segregato, ma gli sta bene così. D’altronde se l’è voluta lui che in un amen ha sostituito Lavezzi nel cuore dei napoletani. Dal ritiro dell’Under 21, che venerdì sera a Pescara incrocerà le gambe con la Svezia per la prima dei play off in vista degli Europei di Israele 2013, confessa. «Sì, la mia vita è cambiata. Va bene così, era quello che volevo. Sognavo di essere protagonista al San Paolo sin da quando facevo il raccattapalle. Mi fa piacere anche tornare a Pescara, da qui è cominciato tutto. E poi anche se si vinceva riuscivo tranquillamente a girare per la città. A Napoli, invece, è difficile quasi uscire di casa, mi muovo solo per gli allenamenti. Non mi posso fermare in un bar a prendere un caffè o entrare in un negozio per scegliere un vestito con la mia Jenny. E se faccio qualche altro gol sarà ancora peggio. Ma non importa, sono felice» . Lo sarà ancora di più ad aprile, quando diventerà papà per la prima volta. «Non sappiamo ancora il sesso, solo che nascerà verso la metà del mese. Io sto ancora con i miei genitori, però tra poco ci trasferiremo tutti a Frattaminore dove sia io sia loro abbiamo comprato una casa nuova» .
LUI E MAZZARRI – Insigne è un funambolo velocissimo con il pregio di vedere anche la porta. Molti lo vorrebbero sempre in campo, lui si accontenta. «Sapevo dall’inizio che non sarei stato titolare, ma mi sta bene essere la prima scelta dopo i tre lì davanti che – sorride – non mi sembra siano scarsi. E’ una diceria da smentire quella che Mazzarri non crede nei giovani. A me il mister ha dato fiducia sin dal ritiro estivo, se mi fa entrare sempre, anche con il risultato in bilico, significa che ci crede. Mentre aspetto il mio momento studio i movimenti di Pandev perché tatticamente devo ricoprire il suo stesso ruolo. Lui è più strutturato fisicamente, io sono più veloce, ci compensiamo in base alle necessità. Hamsik e Cavani sono due fenomeni, con loro fuori si ride e si scherza, ma poi in campo non guardano in faccia a nessuno, come è normale che sia per gli attaccanti» .
VERSO LA JUVE – La scaramanzia non autorizza a pronunciare la parola scudetto, però il pensiero c’è. «Se siamo primi è perché stiamo giocando da primi, soprattutto in modo corale. Dopo solo sette giornate è prematuro dire se saremo noi contendere il titolo alla Juventus. Che non è la squadra più forte, ma quella con l’organico più completo. Comunque tra poco la incontreremo e misureremo le forze. Il mio grande desiderio sin da bambino era di segnare un gol a Buffon, che potevo vedere solo in televisione. Mi ci sto avvicinando perché gliene ho fatto uno durante un allenamento in Nazionale ed ero già molto contento» .
UNDER 21 – La sfida con la Svezia vale tanto, perciò Insigne è “retrocesso” molto volentieri dalla Nazionale maggiore. «Quando mister Mangia mi ha chiamato per chiedermi la disponibilità gli ho chiesto se stesse scherzando. Sono lusingato di fare parte di questo gruppo. Tra l’altro voglio riscattarmi dopo quel brutto episodio quando fui espulso contro la Turchia, io sono un bravo ragazzo e quello scatto di nervi non me lo sono perdonato. Questa con la Svezia è una partita molto ostica, se sono arrivati fino a questo punto significa che hanno sostanza. Noi, comunque, ne avremo di più. Molti ragazzi sono “saliti” da Prandelli, se fossero ancora in Under 21 non ci sarebbe partita. Ma sono contento, ad esempio, per Verratti, è giusto che sia lì. Io intanto ho ritrovato tanti compagni del Pescara dopo quella stupenda promozione. Purtroppo, non li ho potuto chiamare spesso perché ho avuto un problema con il telefono smarrendo tanti numeri dalla rubrica. Ci rifaremo in questi giorni. Sarà una grande emozione entrare all’Adriatico, teatro dei nostri successi. Credo che si ricomporrà (ma decide il mister) anche la coppia con Immobile. Io e Ciro abbiamo segnato parecchio (46 gol in due) e in campo ci intendiamo a meraviglia, basta uno sguardo e ognuno sa dove sta “tagliando” l’altro» .
ZEMAN – Merito del boemo che li ha indottrinati a dovere. Ma il Pescara dello scorso anno che ruolo reciterebbe in questa serie A? «Con Zeman ancora in panchina e un paio di ritocchi ci saremmo divertiti, ma anche così il Pescara ha una buona classifica e bravi giocatori, in particolare Weiss e Quintero. Si sa che nel calcio le strade possono dividersi repentinamente. Chiaramente io al mister resto legato, gli devo tutto. Con lui si lavora un po’ più del normale, ma poi sai che c’è il riscontro dei risultati e la fatica diventa più lieve. Il suo gioco è semplice, se qualcuno non lo capisce evidentemente è un problema suo, noi a Pescara lo abbiamo interpretato al meglio da subito. Ovvio che bisogna seguirlo bene, forse a Roma non lo stanno ancora facendo» . Assist al boemo.
A.S.