Gli occhi della tigre Lorenzo Insigne li ha stampati sulla t-shirt bianca esibita sfilando nel ventre del San Paolo. Il ruggito, invece, è quello tirato fuori nella folle corsa sotto la curva dopo la magia di un gol-Champions: «Il più bello e importante della mia vita» .
INCONTENIBILE – Comincia così, con le sue parole, il racconto di una domenica bestiale come forse mai. «Sono felice. Tanto. Troppo» . Insigne è uno che in carriera ha sempre segnato a valanga, ma ieri è successo qualcosa di speciale: «Non potrete mai capire la mia gioia» . No, certo. Però intuire, beh, quello sì: dipingere una rete da artista al San Paolo, lo stadio dei suoi sogni, e regalare alla squadra dei suoi sogni una vittoria fondamentale nei secondi finali di un assalto disperato con un’invenzione da fenomeno, non è cosa da tutti i giorni.
GOL CHAMPIONS – Al Napoli, invece, dedica tre punti: «Fondamentali per i nostri obiettivi» . Per strappare il (meritato) pass alla fase a gironi della Champions. Il paradiso: «Voglio fare i complimenti al Cagliari, ha giocato benissimo, ma noi abbiamo dimostrato ancora una volta di crederci fino alla fine: ce la mettiamo sempre tutta e creiamo tanto, ma spesso non riusciamo a concretizzare. Dobbiamo essere più cattivi. Io per primo» . Un po’ di autocritica non guasta. Anche nel giorno di un gol-Champions; il quinto del campionato dopo un digiuno durato 97 giorni (non segnava dal 13 gennaio con il Palermo); il quarto subentrando dalla panchina.
PARI E PATTA – Il suo è un potenziale ancora inesplorato, la sensazione è sempre più netta. Come chiaro appare anche un altro dato: quando Insigne è lasciato libero di creare, tagliare e provare, sollevato da eccessivi compiti di copertura, diventa micidiale. Ecco perché, dopo la sofferenza tipica della gavetta azzurra, il destro di ieri vale un messaggio e una liberazione: ha segnato alla Insigne. Ha risolto alla Insigne. Pareggiando anche i conti con l’amico Sau, suo ex gemello d’attacco nel Foggia di Zeman (19 e 20 gol in tandem nel 2010-2011).
PROMESSA E FUTURO – Quante emozioni in un gesto solo: la sua, del popolo del San Paolo, dei compagni che lo hanno alzato al cielo, del suo scopritore, il team manager Giuseppe Santoro. Uno dall’aplomb inglese che, ieri, ha esultato a distanza con Lorenzo: sguardo d’intesa e pugni chiusi profumati d’Europa e vittoria. Scene belle, di un altro calcio. E ora, il Pescara. La sua Pescara: ci tornerà domenica da avversario per la prima volta, da titolare. «Sì, ma penso alla Champions con il Napoli ». Del suo futuro, invece, parlerà a fine stagione il manager, Antonio Ottaiano, con De Laurentiis. Presidente felice e da sempre tifoso di Lorenzo; uno che, in occasione della firma sul nuovo contratto, gli ha anche promesso un regalo finale. Chissà a cosa pensava e a cosa ha pensato ieri. Nel frattempo i radar del mercato, Psg innanzitutto, sono puntati su di lui. E sul quel destro scugnizzo che parla di Champions.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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