Il piccolo diavolo è in quel metro e sessantatré un po’ maradoniano e un po’ zoliano, la miscela esplosiva da spruzzare alla Scala del calcio per continuare a starsene a galleggiare tra le nuvole: «E’ tutto molto bello» . La felicità è una parabola accattivante, la sintesi della propria esistenza: e mentre sfila l’immagine d’una traiettoria arcuata, la palla che s’impenna e Napoli che si lascia andare, l’Insigne «maestro» se la gode tutta, ripensando al Borussia Dortmund e aspettando il Milan, rileggendo se stesso – dal Foggia ai giorni nostri – e rimettendo in ordine i sogni d’una vita da scugnizzo. «Si va per vincere» . Il miracolo alla napoletana è nella filosofia che avanza, in quel decennio di manifesta superiorità progettuale utilizzato per partire dallo scantinato del calcio e atterrare – con fierezza – nell’élite: ma ora che la Champions è un ninnolo per gli archivi, c’è un altro tempio nel quale genuflettersi o (magari, chissà?) per conquistare l’inchino riverente della platea e del loggione.
AZZURRO TENEBRE – E’ Milan-Napoli ed è Balotelli-Insigne, è il made in Italy che si proietta a suon di gol in una dimensione onirica nella quale si sta da principe azzurro, con pensieri che squarciano orizzonti meravigliosi e l’eco d’un mercoledì da insaziabile leoncino che va ad intrufolare nelle meravigliose tenebre d’uno scenario da mille e un’altra notte ancora. «La prima rete in Champions mi ha regalato un’emozione bellissima e indimenticabile, perché è servita per vincere al san Paolo e battendo una grandissima squadra. Però adesso ci aspetta il Milan che affronteremo con la giusta determinazione perché vorremmo vincere anche lì» .
LO SHOW – Nove mesi: un’eternità. Ma il cammino che conduce nell’olimpo degli dei, in quel mondiale ch’è una favola da attraversare, è costellato di scadenze fisse, di appuntamenti entusiasmanti, di missioni esplorative per capire fin dove sarà possibile accomodarsi. Milan-Napoli è la prima chance offerta dal destino, l’ennesimo esame di maturità dal quale farsi consegnare la ricevuta d’una «immensità» ch’è nelle corde d’un talento inattaccabile: ma il Borussia è il passato e sul calendario abbondano le date sottolineate in azzurro. «Spero di arrivare in Nazionale grazie al Napoli» .
BAD BOYS – Però so’ ragazzi e ognuno a modo suo: bad boys nell’accezione ironica, da concedere alla nouvelle vague che cento ne fanno e altrettanto ne pensano in quel microuniverso da sedici metri. Milan-Napoli è in questa Giovine Italia – quarantacinque anni in due – che accende San Siro di luce propria, nella diversità di due fenomeni paranormali che brillano da sé. Lorenzino a casa di Mario, non può essere una partita normale, non lo è da un bel po’: «Si va per vincere» . La piccola peste…..
Fonte: Il Corriere dello Sport
La Redazione
M.V.
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