Sopravvalutato nella «Seleccion»? O sottovalutato nel Napoli? Questi gli interrogativi che ruotano intorno a Federico Fernandez, il difensore di ventitrè anni esaltato dalla critica sudamericana per le ultime due prestazioni con la maglia albiceleste, le amichevoli con Ecuador e Brasile, relegato, invece, a ruolo di panchinaro nel Napoli di Mazzarri. Sopravvalutato o sottovalutato? La verità sta nel mezzo. Fernandez è un difensore dai piedi buoni, con eccellenti doti in acrobazia, abile nell’anticipo ma in difficoltà quando incrocia attaccanti brevilinei, a disagio quando viene portato ad agire sugli esterni. Il fisico (alto m 1.93 per 83 kg) lo agevola da un lato e lo penalizza dall’altro. Più a suo agio da centrale in una difesa a 4; un po’ meno in quella schierata con una linea a 3.
Ma si tratta di elemento di grandi prospettive, intelligente e perspicace, quindi capace di eliminare certi difetti, nonché di apprendere i trucchi del mestiere. Avrebbe bisogno di giocare di più, con maggiore continuità, di sentirsi coinvolto nella prima squadra. E il problema è tutto qui. Mazzarri preferisce rischiare poco con i giovani. Anche perché quelle volte che lo ha fatto si è visto travolto da critiche e polemiche. Al centro della difesa si fida ad occhi chiusi di Paolo Cannavaro. E non si sbaglia. Ma se in organico esiste un giovane di qualità, che nella sua nazionale gioca titolare, va quantomeno alternato in gare meno impegnative, schierato nella Coppa Italia, dove invece. Fernandez ha agito da titolare una sola volta su cinque. Eppure a Monaco di Baviera, in Champions League, con una doppietta il «Flaco» aveva mostrato di possedere personalità internazionale. Altrimenti che senso avrebbe completare la rosa con giovani di qualità?
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
