Poche volte l’aveva indicato per cognome. A Benitez veniva più facile chiamarlo per nome: Lorenzo o Lorenzino. E sì, perché di quel piccoletto tutto genio e fantasia era rimasto incantato due anni fa durante Italia-Inghilterra degli Europei disputatisi in Israele. Benitez, davanti alla tv, venne letteralmente rapito dai colpi (e poi dal gol) sfoderati da Insigne ed anche da Florenzi schierati da Mangia a ridosso di Immobile e Borini. Inserì subito quel nome nel suo computer e da allora non lo perse più di vista. Un diamante ancora grezzo ma diamante vero. Una perla da estrarre dall’ostrica, questo era il «nano mago», come chiamavano Insigne da piccolo. E quando se l’è ritrovato nel Napoli raccontano che un giorno ebbe a dire a De Laurentiis, «A quel ragazzo ci penso io. Ne farò un campione».
Benitez ha sempre avuto fiuto con i giovani. Come del resto, Arrigo Sacchi che più volte ha ribadito:«Insigne è uno dei migliori prodotti espressi dal calcio italiano negli ultimi anni». L’ha aiutato a crescere sul piano fisico; a maturare sul piano tattico; a leggere nella maniera giusta giocata dopo giocata. Oltre a proteggerlo e incoraggiarlo nei momenti difficili. E oggi Lorenzo Insigne per Don Rafa era diventato l’esterno-ideale in un quattro-due-tre-uno. Un eccellente violinista in una grande orchestra. Capace di governare la sfera a suo piacimento e mandare in tilt un’intera difesa. Abile nel saltare l’uomo o anche produrre quel tiro a giro alla Del Piero, uno dei suoi idoli. Insomma, un attaccante in grado di svariare su tutto il fronte offensivo e che negli ultimi tempi si era anche sacrificato nel lavoro di copertura.
Ecco perché oltre all’amarezza per l’infortunio si è aggiunto il grande problema della sostituzione di Insigne. Ci sono pochi esterni in giro con quelle caratteristiche. Del resto, l’aveva realizzato anche il ct della nazionale Conte, pronto a richiamarlo in azzurro appena accortosi della maturazione e dell’incidenza nelle gare del Napoli. Lorenzino è un destro naturale che sa districarsi a sinistra. E Benitez aveva così la possibilità di far ruotare gli esterni avendo anche Mertens e Callejon. Ora non più. Ci sarebbe De Guzman che però ha lasciato a desiderare quando è stato impiegato sull’out. Poteva essere Zuniga, un’alternativa proponibile ma anche il colombiano è fuori causa. Non resta che attingere alle conoscenze di Benitez e a quanto proporrà lo scouting del Napoli capeggiato da Bigon.
Resta indiscutibile che un calciatore dalle stesse caratteristiche di Insigne sia complicato trovarlo, specie sul mercato di gennaio. Il talento di Frattamaggiore, che in serie B sotto la guida di Zeman era esploso a suon di gol, nella massima serie e a livello internazionale aveva messo in vetrina qualità di fraseggio e visione di gioco da renderlo appetibile a club del calibro dell’Arsenal o del Borussia Dortmund. Dei suoi assist, ben dieci, si erano avvalsi i compagni, tra cui Higuain, nella passata stagione agonistica. Con le sue serpentine imprevedibili aveva favorito la vittoria sulla Roma e quella con il Torino in cui realizzò anche la prima rete in campionato. «Non m’importa che tu faccia gol purché liberi la tua fantasia e mi crei scompiglio nelle difese avversarie», gli ripeteva Benitez che era riuscito finalmente a vedere il suo Lorenzino così come l’aveva immaginato: al servizio della squadra, geniale sulla trequarti, incisivo nell’area avversaria, eclettico e determinante. Ora dovrà rinunciarvi per un bel po’ e sarà un rompicapo rimpiazzarlo, nonché una perdita grave per il Napoli che aveva trovato in lui una perla di rara bellezza.
Ecco perché oltre all’amarezza per l’infortunio si è aggiunto il grande problema della sostituzione di Insigne. Ci sono pochi esterni in giro con quelle caratteristiche. Del resto, l’aveva realizzato anche il ct della nazionale Conte, pronto a richiamarlo in azzurro appena accortosi della maturazione e dell’incidenza nelle gare del Napoli. Lorenzino è un destro naturale che sa districarsi a sinistra. E Benitez aveva così la possibilità di far ruotare gli esterni avendo anche Mertens e Callejon. Ora non più. Ci sarebbe De Guzman che però ha lasciato a desiderare quando è stato impiegato sull’out. Poteva essere Zuniga, un’alternativa proponibile ma anche il colombiano è fuori causa. Non resta che attingere alle conoscenze di Benitez e a quanto proporrà lo scouting del Napoli capeggiato da Bigon.
Resta indiscutibile che un calciatore dalle stesse caratteristiche di Insigne sia complicato trovarlo, specie sul mercato di gennaio. Il talento di Frattamaggiore, che in serie B sotto la guida di Zeman era esploso a suon di gol, nella massima serie e a livello internazionale aveva messo in vetrina qualità di fraseggio e visione di gioco da renderlo appetibile a club del calibro dell’Arsenal o del Borussia Dortmund. Dei suoi assist, ben dieci, si erano avvalsi i compagni, tra cui Higuain, nella passata stagione agonistica. Con le sue serpentine imprevedibili aveva favorito la vittoria sulla Roma e quella con il Torino in cui realizzò anche la prima rete in campionato. «Non m’importa che tu faccia gol purché liberi la tua fantasia e mi crei scompiglio nelle difese avversarie», gli ripeteva Benitez che era riuscito finalmente a vedere il suo Lorenzino così come l’aveva immaginato: al servizio della squadra, geniale sulla trequarti, incisivo nell’area avversaria, eclettico e determinante. Ora dovrà rinunciarvi per un bel po’ e sarà un rompicapo rimpiazzarlo, nonché una perdita grave per il Napoli che aveva trovato in lui una perla di rara bellezza.
Fonte: Rino Cesarano per il Corriere dello Sport
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