Il “7” è un numero sgusciante, uno svolazzo, un birichino. Quando il gioco del calcio si fermava al numero undici, il “7” era il numero dell’ala destra. Garrincha su tutti. George Best. In Italia, il bolognese Biavati famoso per il “doppio passo”, una finta in corsa con cui piantava il terzino. Gigi Meroni, la farfalla granata, aveva il “7” sulla schiena. Bruno Conti è stato l’ala destra del Mondiale 1982, il nostro “brasiliano” nato a Nettuno. Nel 1995, i numeri sulle maglie impazzirono. La tradizionale numerazione dall’uno all’undici fu sconvolta, si arrivò dall’uno al 99. Con molti numeri che fissavano un ruolo, molte leggende scomparvero, anche certi ruoli tipici del vecchio calcio, le ali soprattutto. Non ci sono più ali nel calcio. Ci sono gli esterni. Sulla fascia destra, il fromboliere azzurro è Faustinho Canè (1962-69, 1972-75), bomber di cioccolato, inventato ala da Pesaola. 36 gol in serie A, 20 in B, 4 in Coppa Italia, 10 in partite internazionali. Il secondo più prolifico azzurro sulla fascia destra è stato Ezequiel Lavezzi, il folletto argentino corsa e dribbling, scatti brucianti, attaccante a tutto campo. Un “7” atipico come sono diventati atipici molti ruoli del vecchio calcio. Il primo “7” del Napoli fu Corrado Gariglio negli anni Venti, ala destra ortodossa. Un numero “7” ficcante è stato Giancarlo Vitali, la freccia destra azzurra degli anni Cinquanta nel tridente con Jeppson e Pesaola. 42 gol in campionato, 3 in Coppa Italia. Prima e dopo l’ultima guerra, Umberto Busani spopolò con la maglia numero 7. Era di Parma e arrivò al Napoli dalla Lazio. 46 gol in 171 partite dal 1940 al 1948. All’ala destra trovò sfogo Andrea Carnevale dirottato sulla fascia da Ottavio Bianchi. Al centro era chiuso da Giordano e Careca. 46 gol, 31 in campionato, 11 in Coppa Italia, 4 in Europa. Cannoniere decisivo del primo scudetto col gol dell’1-1 contro la Fiorentina al San Paolo che assicurò il titolo al Napoli con una giornata di anticipo il 10 maggio 1987. Furono 39 i gol dell’ala destra albanese Naim Krieziu nella squadra azzurra dal 1947 al 1952. Peppiniello Massa, riccioli neri, napoletano della Torretta, fu l’ala tric-trac del Napoli di Vinicio, furbo e veloce negli inserimenti sotto porta, 28 gol di cui 4 in Europa dal 1974 al 1978. Daniel Bertoni fu un “7” elegante nel primo anno di Maradona, 22 gol di cui 4 in Coppa Italia. Scivolammo poi verso onesti interpreti della maglia numero 7, ormai un numero confuso nella girandola dei 99 numeri del nuovo calcio. Josè Maria Callejon ha scelto il “7” ed è un’ala destra dei tempi moderni, chiamato anche a compiti di copertura, ma la sua specialità è la battuta a volo di destro per il gol. Benitez ne preconizzò il successo di goleador fra lo scetticismo generale. Con 28 reti è il suo secondo miglior cannoniere dopo Higuain (33 reti) e, in campionato, l’attaccante andaluso ha raggiunto il Pipita a quota 23 gol. Quest’anno non ha ancora segnato in Europa.
Mimmo Carratelli per il Corriere dello Sport
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro