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L’opinione di Giordano: “Il Napoli costruito via internet”

Prima c'era il bar dello sport ora ci sono i social network dove si esprimono i giudizi

Prima, quando eravamo senza rete, l’estate si consumava al bar sport: e la fantasia implodeva dentro oguno dei sessanta milioni (italiani) di tecnici. Ora che la tecnologia è scesa in campo, la vita può essere tutta un blog: e, senza prendersi troppo sul serio, si può almeno provare a scoprire ciò che ognuno ha da dire. Nell’epoca dei grandi fratelli, dietro il buco della serratura s’annida un popolo d’allenatori che ha un proprio schema da assecondare e in un’estate d’emozioni forti, c’è pur gusto a scarabochiare la formazione ideale. Il calcio mercato è – da sempre – la fiera dei sogni, che si costruiscono ovunque, pure nel tinello di casa propria, ma oggi, rispetto al passato, con un clic si riesce anche a cogliere l’umore popolare, a verificare il tasso di gradimento della gente. Intanto, per cominciare, si può registrare la competenza sconfinata, cresciuta attraverso l’uso della tecnologia – i siti, le tv – e poi arricchita attraverso gli approfondimenti che invece vengono garantiti dai quotidiani, attraverso i profili di quei personaggi destinati a diventare poi beniamini.
Il «principale committente» appartiene ormai all’uso quasi gergale di Aurelio De Laurentiis e tra quei cinque milioni di fans sparsi nel mondo il Napoli fa presa attraverso lo stadio virtuale che non chiude mai, non conosce vacanze, non va in ferie, non sgonfia il pallone, non ascolta il triplice fischio dell’ultima di campionato e mai s’inaridisce: è un getto continuo di passione che inonda, che si manifesta a tutto campo, che fornisce energia e riesce persino scatenare la curiosità, è una partita aperta come quella finestra sul mondo ch’è Internet e che conferma – udite, udite: pardon, leggete, leggete – che ormai questo popolo di navigatori è maturato, ha smesso di ragionare di pancia e procede razionalmente, assorbendo la filosofia manageriale persino quando è tutto un gioco. E allora, vince Pandev, che quasi stravince, ritrovandosi sommerso dalla fiducia incondizionata di chi non aspetta altro che ascoltare l’acuto d’un freschissimo tenore titolare. Ps: al quale mettere al fianco semmai Jovetic (altrimenti, che sogni sarebbero?).

Fonte: Corriere dello Sport

La Redazione

A.S.

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