Diciamoci tutto: e in una tre giorni a microfono spalancato, el matador non s’è negato nulla, spaziando da Londra a Napoli e dirottando i suoi pensieri persino per un po’ a Pechino, tappa che nel tour reale gli potrebbe essere negata ma che (comunque) è presente nelle scadenzario mnemonico d’un uomo che riesce ad affabulare quasi quanto il bomber ch’è in lui. Il tenore sa starsene elegantemente fuori dal coro e recitare da sé ma, avendo padronanza del palcoscenico, da uomo di spettacolo, s’è pure impossessato dello spartito ed ha impresso sonorità più o meno robuste alle proprie tonalità. I pensieri sparsi d’un Cavani mai così prodigo di dichiarazioni hanno scosso ed entusiasmato, preoccupato ed infine rivitalizzato, ed in quel crescendo, il do di petto è nella manifestazione d’intenti che di fatto chiude la performance e sembra anche voglia lasciare calar il sipario su qualsiasi dubbia interpetazione: del doman – e di dopodomani soprattutto – non v’è certezza, ma in «quel sogno di vincere ancora a Napoli» sembrano siano contenute le stimmate di un leader che, non accontentandosi più del proprio ruolo di bomber, s’erge a trascinatore d’una squadra che, perso il pocho, potrebbe avere bisogno di un faro che illumini la folla, affascinandola con lo sguardo o con l’effetto d’una frase. Il Cavani in salsa partenopea è un effervescente, impareggiabile trascinatore e, per evitare il rischio che non bastassero (?) i sessantasei gol in due stagioni, alla vigilia della terza s’è messo in testa un’idea meravigliosa da trasmettere alla compagnia: per sgomberare il campo da qualsiasi perplessità, l’orizzonte da inseguire è un universo festoso, intrigante, un carico d’emozioni da andare a raccogliere in virtù d’una autorevolezza che può essere arricchita ulteriormente avendo consapevolezza delle proprie virtù e scacciando via ogni (presunta) debolezza. Al di là di ogni vaga interpetazione retorica, l’inusuale irruzione mediatica del matador è una rasserenante spruzzata di freschezza sull’estate, ma anche un ombrello spalancato sulla stagione che verrà, da avviare a motore acceso sin da Pechino, per ripartire di slancio e con l’identica allegria che ha accompagnato il congedo del maggio scorso. Il giovin signore dei sedici metri, quell’impenitente goleador che non ha riguardi per nessuno, men che meno per Madame, ha deliberamente deciso di prendersi il Napoli per mano e di portarselo a spasso: se c’è una stella da seguire, ora si sa bene qual è…
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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