L’errore commesso contro il Genoa ha lasciato il segno, ma Samuele Longo ha tutte le intenzioni di farsi perdonare quella palla calciata male che avrebbe potuto regalare i tre punti alla formazione isolana. Il bagno di folla che gli hanno regalato i piccoli tifosi della scuola elementare di Via Rossini a Selargius gli è servito per ricaricare le pile e l’assenza dell’infortunato Sau sembra spalancargli le porte dell’undici titolare al San Paolo.
Che cosa ha pensato in quel momento?
«Mi è subito venuto da dire: ma come cavolo ho fatto? In quell’attimo pensavo potessero pressarmi e ho subito calciato».
Un errore difficile da digerire per un attaccante?
«Purtroppo capita di sbagliare. Certo se avessi inquadrato la porta sarebbe stato il massimo anche perché, escluso quell’errore, credo di aver fatto bene».
Pronto a cancellare l’onta contro il Napoli?
«Ancora non so se giocherò o meno, però se dovessi essere chiamato in causa, o dall’inizio ma anche in corso di gara, cercherei di fare del mio meglio per la squadra. Per me sarebbe una grande occasione».
Sarebbe l’inizio del suo vero campionato?
«Finora ho giocato meno e chi è nelle mie condizioni ha più voglia di mettersi in mostra, ma sono felice della scelta che ho fatto. So che devo farmi trovare pronto a sfruttare ogni occasione. Contro il Genoa non è andata bene, ma so che posso fare meglio».
Zeman sembra propenso a darle fiducia. Quali le differenze con il gioco di Sau?
«Lui è straordinario e ha il vantaggio di conoscere meglio i movimenti che vuole l’allenatore per averci già giocato. Abbiamo caratteristiche diverse ma quello che ci chiede l’allenatore è lo stesso per entrambi».
Quali segreti gli ha rubato?
«C’è sempre da imparare da tutti in qualsiasi posto si vada a giocare. Guardo i suoi movimenti perché li ha appresi più velocemente e cerco di imitarli».
Longo è più una punta di peso, ma come vede i suoi colleghi di reparto?
«Ibarbo è velocissimo e se lo trovi nella giornata giusta fa la differenza perché ha qualità incredibili, Cossu è forte tecnicamente, si sacrifica ed ha tanta esperienza, mentre Farias è rapido e sa diventare un pericolo per ogni difesa»
Il suo modello?
«Da piccolo mi piaceva Ronaldo poi mi sono appassionato a vari attaccanti. Ultimamente ho seguito Torres, ma quello dei tempi del Liverpool»
Vede il suo futuro a Cagliari o pregusta un salto in qualche big?
«Io qui sto bene perché è una piazza dove ci sono le condizioni per lavorare bene. Sono stato accolto con calore e voglio crescere per dare una mano».
Uno scoglio importante nel suo processo di crescita sarà subito rappresentato dal Napoli. Timori particolari?
«Non sono mai stato al San Paolo ma tutti dicono che è uno stadio che fa sentire il suo calore. Sono curioso e allo stesso tempo concentrato perché vogliamo far bene».
Dopo l’effetto San Paolo, come pensate di poter richiamare anche al Sant’Elia tanti tifosi per la doppia sfida contro Fiorentina e Chievo?
«I nostri tifosi non ci hanno mai fatto mancare il loro appoggio. Normale che, se i risultati non arrivano, possano essere un po’ delusi, ma i primi ad essere arrabbiati siamo noi e faremo di tutti per regalargli qualche soddisfazione al più presto».
Se potesse quale giocatore ruberebbe al Napoli?
«Sicuramente Higuain che è un giocatore importante. Ma tutta la rosa è forte ed è in grado di sopperire alle numerose assenze».
Più felice o più infastidito dalle chiamate in azzurro?
«Non può che essere un piacere e un orgoglio andare a giocare con la maglia dell’Italia».
Fonte: Corriere dello Sport
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