Cinque voli charter dalle sette del mattino sino all’ora del lunch, giusto per restare in tema. Poco meno di duemila tifosi in partenza stamane da Capodichino con destinazione Heathrow oppure Gatwich, che andranno ad aggiungersi alle centinaia che sono a Londra già da ieri. Numeri ufficiali. Imperfetti, però. Perché almeno altri mille voleranno in Inghilterra da Roma, da Milano o chissà da dove, con la speranza di trovare il biglietto buono dalle parti dello Stamford Bridge, costi quel che costi.
SOLUZIONE PUB –«Siamo tra coloro che quel benedetto biglietto non sono riusciti a comprarlo a Napoli. Ma avevamo già in tasca il biglietto dell’aereo, quindi?» Quindi, mal che vada, raccontano, si rintaneranno in qualche pub “amico” e là seguiranno la partita sullo screen. Con la speranza, è ovvio, di far festa dopo il match lungo le strade che da Chelsea vanno agli aeroporti. Ma c’è anche chi all’ultimo momento ha rinunciato al viaggio. Delusi e perdenti – nel senso che nessuno rimborserà loro il biglietto aereo che avevano in tasca già da settimane e settimane -, infatti, in centinaia hanno aderito agli appelli del questore Luigi Merolla e del Napoli stesso a non mettersi in viaggio se sprovvisti del ticket per lo stadio. Cosicché, pochi fortunati a Londra e tutti gli altri a casa, a consumare queste ultime ore di vigilia in certezze e preoccupazioni, preparativi e riti. Si ricompattano così compagnie e si ripetono menù che non erano stati più assieme dalla partita d’andata con il Chelsea. L’appuntamento, infatti, è là dove si era l’ultima volta che s’è vinto in Champions. E guai a mancare, si capisce.
CACCIA AGLI AMULETI – E’ vero, è una sciocchezza, però non si sa mai. Non è vero ma ci credo. E infatti stanno facendo affari d’oro scugnizzi neri che ai semafori del centro, infilati nelle magliette del Pocho e di Cavani – manco a dirlo rigorosamente appezzottate – in un incomprensibile napoletano urlano “tie’ tie’ Drogba, tie’ tie’ Di Matteo e vendono amuleti anti-Chelsea: corni e cornetti (ma non sono di corallo rosso con la punta, bensì di becera plastica e quindi senza neppure una sola, vera proprietà contro il malocchio. Pardon), gobbi e gobbetti e ferri di cavallo da appendere al televisore. E ne hanno venduti e ne venderanno tanti pure oggi. Perché un euro per sentirsi a posto con la propria coscienza di tifoso azzurro lo tirano fuori tutti volentieri. E’ il segno della frenesia da Champions che si sta riappropiando di Napoli col passare delle ore. Però non ci sono bandiere o pezze azzurre ai balconi o alle finestre. Prima mai. Porta male e quindi non si fa. Comunque, di sicuro, quello che Napoli s’appresta a vivere non è, non sarà un mercoledì qualunque. Perché in questo momento il Napoli è la bandiera di tutta la città. Piace e vince e per questo la passione sta prendendo anche chi un altre occasioni storce il muso quando si parla di pallone. Potere della maglia azzurra mai arrivata in Europa così in alto. E ora, tie’ tie’ Drogba, tie’ tie’ Di Matteo e che la grande notte cominci.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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