Summit in una caserma romana tra i pm napoletani anticamorra della Dda e i dirigenti dell’Uefa. Il vertice, dopo un anno di indagini sul fenomeno calcioscommesse, per fare chiarezza sulle presunte collusioni tra malaffare e partite di alto livello professionistico nei campionati europei (Liga spagnola, Premier League inglese e Bundesliga tedesca). Intanto, prosegue l’indagine della Dda e si arricchisce di testimonianze e spunti nuovi. Stamattina arrivano a Napoli altri due potenziali testimoni: attesi in Procura il centravanti della Juventus, ed ex bomber di Udinese e Napoli, lo stabiese Fabio Quagliarella e l’attuale allenatore del Genoa (ed ex mister del Bologna) Alberto Malesani. L’inchiesta parte da lontano, grazie al lavoro svolto dai carabinieri sugli investimenti della camorra stabiese, quella che da tre decenni a questa parte è targata clan D’Alessandro. Seduti attorno allo stesso tavolo pm anticamorra e alti dirigenti Uefa. Qualche giorno fa in una caserma romana, incontro finalizzato a fare chiarezza ma anche a pianificare strategie comuni, ovviamente nei limiti del segreto istruttorio.
Un summit in piena regola, a distanza di un anno di indagini sul fenomeno calcio scommesse, nel corso dell’inchiesta napoletana su presunte collusioni tra malaffare e partite di alto livello professionistico. Dda e Uefa, riflettori puntati su partite svolte nei campionati europei, c’è esigenza di chiarezza, nel corso di una indagine che si arricchisce di testimonianze e spunti nuovi. Questa mattina sono stati convocati a Napoli altri due potenziali testimoni: sono attesi in Procura il centravanti della Juventus (ed ex bomber di Udinese e Napoli) lo stabiese Fabio Quagliarella, e l’attuale allenatore del Genoa (ed ex mister del Bologna) Alberto Malesani.
Tecnicamente si tratta di sommarie informazioni testimoniali, un passaggio necessario a chiarire elementi emersi nel corso di accertamenti condotti in questi mesi rigorosamente sotto traccia.
Inchiesta che parte da lontano, grazie al lavoro svolto dai carabinieri sugli investimenti della camorra stabiese, quella che da tre decenni a questa parte è targata clan D’Alessandro. Una premessa qui è doverosa: sentiti come testimoni, Quagliarella e Malesani vanno ritenuti estranei a ipotesi di contatti con il sistema criminale di Castellammare di Stabia. Inchiesta condotta dal procuratore aggiunto Rosario Cantelmo, dai pm Pierpaolo Filippelli e Claudio Siragusa, si parte dai Monti Lattari. Dalle mosse di un certo Paolo Carolei (ritenuto erede o socio dei D’Alessandro), quindi dagli investimenti di denaro sporco in agenzie di scommesse. Da qui l’inchiesta sale di quota. Intercettazioni, ma anche analisi informatiche. Riflettori sui flussi di scommesse on line e si scoprono cose strane. Eccentriche. Come le puntate in extra-time (la romantica «zona Cesarini»), dopo il novantesimo, con centinaia di migliaia di euro piazzati tramite un colpo di mouse sulla rimonta di una squadra che sta perdendo. Chi vince sbanca tutto, facile intuirlo. E di rimonte eccellenti, di vittorie acciuffate all’ultimo secondo il fascicolo napoletano è pieno. Sono partite dei campionati nazionali (serie A, B e lega Pro), ma anche match disputati nella Liga spagnola, nel campionato austriaco e finanche incontri del campionato argentino. Volumi di scommesse, risultati e strane mosse di un gruppo di professionisti delle scommesse, rigorsamente attenzionati dal capitano Alessandro Amadei, in forza al nucleo investigativo di Torre Annunziata. In giro per il mondo a piazzare risultati su cui puntare, gente al soldo della camorra ma in grado di parlare lingue straniere, di entrare negli spogliatoi, di agganciare le persone giuste. In questo filone di indagine, ormai è noto, è finito sotto inchiesta anche l’ex allenatore dell’Inter Hector Cuper, un professionista giramondo che rischiò di vincere lo scudetto con la maglia neroazzurra (difficile dimenticare la clamorosa sconfitta del cinque maggio 2002 all’Olimpico), oggi accusato di associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio e alla frode sportiva. Ma cosa spinge gli inquirenti napoletani a chiedere di interrogare Cuper? O meglio: cosa c’entra l’attuale allenatore del Racing di Santander (squadra della Liga spagnola) con le storie di Stabia connection? Secondo quanto emerge da una vicenda ancora coperta da segreto istruttorio, la posizione di Cuper è cambiata quando da una serie di riscontri incrociati è emerso che avrebbe dato a esponenti della camorra stabiese indicazioni o soffiate su alcune partite: due match del campionato spagnolo e altre due di quello argentino su cui erano concentrare le puntate. Non partite di cartello, ma comunque incontri che avrebbero consentito a un gruppo di scommettitori di incassare vincite sensibili. Una storia che attende la voce di Cuper, vista la richiesta di rogatoria internazionale, che ha per il momento chiarito di non aver mai intreccuato contatti con esponenti della camorra, né di essere in grado di fornire segnalazioni sui campionati sotto inchiesta.
Oggi invece c’è attesa per ascoltare la testimonianza di Quagliarella e Malesani. Diverse le esigenze investigative: la ormai famosa espulsione di Quagliarella in Napoli-Parma della primavera del 2010, vinta al San Paolo dagli emiliani per 3 a 2 (vicenda su cui indaga anche un altro pool della Procura di Napoli); ma anche la coda di campionato dello scorso anno del Bologna di Malesani. Raggiunta la salvezza, il Bologna avrebbe inanellato una serie di sconfitte su cui si sarebbero concentrate scommesse di soggetti attenzionati a Napoli dal pool guidato dall’aggiunto Rosario Cantelmo. Un campionato strano, quello del Bologna, quanto basta a convocare nei mesi scorsi l’ex dg della squadra felsinea Stefano Pedrelli (anche in relazione alla vendita di un giocatore), ad acquisire relazioni messe agli atti alla fine dello scorso campionato da direttori sportivi e osservatori federali. Scenario globale, da Stabia al Sudamerica, dalla lega pro (la ex serie C) ai campionati internazionali, quanto basta a rendere urgente un confronto tra pm anticamorra e dirigenti Uefa.
La Redazione
A.S.
Fonte: Il Mattino
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