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Lodi: “Tornerò a tifare per il Napoli da lunedì”

Il napoletano di Frattamaggiore Francesco Lodi ha rilasciato un’intervista al Corriere dello Sport:

Due gol stupendi, il ‘Massimino’ che esplode e lei che già diventa un idolo. Si è ripreso dall’emozione?

«Sì, anche se è stata una delle giorna­te più felici della mia vita, seconda sola a quella della nascita di mio figlio ma senz’altro la più importante in ambito professionale. Ho trascorso ore di sere­nità e soddisfazione ma adesso penso già alla prossima sfida».  

Si è presentato con il suo marchio di fabbrica. Due calci da fermo da urlo. Ci racconti gli ultimi istanti.

«Domenica, in occasione della prima punizione, mi si è avvicinato Terlizzi e mi ha chiesto se avessi intenzione di crossare o tirare. Ho svelato al mio compagno l’intenzione e lui si è detto sorpreso, evidenziando giustamente la difficoltà per via della posizione defila­ta, ma fiducioso. Gli ho detto di non pre­occuparsi, sentivo che avrei potuto se­gnare e così è stato. Sulla seconda ero un po’ più sicuro, era in zona “mia”. Ho detto a Terlizzi di “allungare” la barrie­ra, perché avrebbe potuto mettere in difficoltà il portiere: così è stato».


Ogni grande specialista di punizioni ha un segreto, un modo particolare di colpire il pallone. Il suo qual è? Cerca la valvola?

«Nessun segreto, solo una grande pas­sione per i piazzati. Ho sempre calciato punizioni e rigori, fin da bambino. Curo la postura e studio la barriera, quello è il modo di prepararmi».  

Come sistema il pallone? Ha un ri­tuale particolare?

«No. L’importante è esercitarsi al me­glio durante la settimana». 
Seconda volta nel massimo campio­nato. A Udine l’esperienza non è stata entusiasmante. Però a Catania la musi­ca sembra essere cambiata. «A Catania sento grande fiducia, da parte del direttore, del presidente, del­la società, dei compagni e dei tifosi: tut­to questo mi responsabilizza e mi porta a cercare di ripagare questi nuovi com­pagni d’avventura».    Lei è uomo del Sud, nonostante sia cresciuto a Empoli. Che ambiente ha trovato a Catania? «Sono uomo del Sud, appunto, orgo­glioso di esserlo. Catania e Napoli si so­migliano parecchio: ho trovato un am­biente come il mio».   

A 26 anni è arrivato in comproprietà in una società che sembra sia già riu­scito a stregare? A che punto della car­riera si sente?

«Ripeto, penso al presente. Devo mi­gliorare in tante cose e qui posso farlo, ho trovato una dimensione ideale. La­vorando bene e con entusiasmo, ci to­glieremo tante soddisfazioni».
Ha fatto la trafila delle Nazionali gio­vanili e vanta tre presenze con l’Under 21. Ma un sogno nel cassetto con la ma­glia azzurra nella Nazionale maggiore lo mantiene? 

«Prematuro. Ne riparleremo quando avrò dimostrato il mio valore, quando avrò dato continuità alle belle presta­zioni, quando con la mia squadra avrò centrato gli obiettivi».  

Da una maglia azzurra all’altra. Do­menica la notte del San Paolo si annun­cia speciale soprattutto per uno che non ha mai nascosto la passione per la squadra partenopea. Come vivrà la ga­ra contro il Napoli?

«Sicuramente, per me, tornare a gio­care al San Paolo e farlo proprio in que­sto momento sarà un’emozione straor­dinaria: dopo quello che è successo do­menica ho grande entusiasmo e trovo un Napoli fortissimo, che lotta per lo scudetto e per arrivare fino in fondo in Europa League. Parliamo della squadra della mia città e del mio cuore, ma il Ca­tania è già dentro di me, perché sono un professionista e perché questa grande avventura appena iniziata mi emoziona: non sarà quindi una gara come le altre. Tornerò a tifare per il Napoli da lunedì, adesso devo onorare la maglia numero 10 rossazzurra, proprio dove si è espres­so il più grande numero 10 della storia del calcio. Rivedo spesso le prodezze di Maradona in dvd. Ho già giocato molte volte, da avversario, a Napoli: l’ultima in B, col Frosinone, nell’anno della pro­mozione degli azzurri. Finì 1-1 e segnai su rigore. Allo stadio ci saranno tutti i miei fratelli, immagino. Rimarranno a casa, invece, mia moglie, il bimbo e i miei genitori: si gioca di sera, emotiva­mente è molto coinvolgente».  

D’accordo la scaramanzia del tifoso, ma il Napoli di Cavani può mettere le mani sullo scudetto?

«Da tifoso me lo auguro. Stanno fa­cendo bene, sono affiatati e forti».

La Redazione
C.T.

Fonte: Corriere dello Sport

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