«Lo sport è vita»: era la vita di Andrea Fortunato, che se andò troppo presto, a ventiquattro anni, quando era un predestinato, un «giovane Cabrini» (come disse Trapattoni). «Lo sport è vita»: era la vita di Carmelo Imbriani, che ci ha lasciati un mesetto fa e che nella quinta edizione del premio intitolato ad Andrea Fortunato, viene ricordato da un applauso lungo quanto una partita, mentre Giampaolo, il fratello, tra le lacrime, raccoglie firme per spingere a presentare una proposta di legge che renda obbligatori gli esami ematici completi.
C’è lo sport da premiare, nella sala Giulio Cesare del Campidoglio, sotto gli occhi del sindaco di Roma, Alemanno: è la quinta edizione dell’«Andrea Fortunato» – istituito dalla Associazione Fioravante Polito, che fa del passaporto ematico la propria battaglia e che premia Aurelio De Laurentiis («siamo stati tra i primi ad adottarlo e di questo sono grato al nostro medico sociale, il dottor Alfonso De Nicola: dobbiamo tutti avere cura di noi stessi»).
C’è mezzo Napoli che riceve riconoscimenti: Paolo Cannavaro come calciatore, Giuseppe Santoro come team manager. Poi, attestati ufficiali anche per Mauro Icardi (però assente) della Sampdoria, al ds del Parma Pietro Leonardi, a Serse Cosmi come allenatore, ad Alessandro Costacurta come commentatore televisivo, al pallavolista dell’Itas Diatec Trentino, Giacomo Sintini e al professor Paolo Rubino del reparto di cardiologia della casa cura «Montevergine». Premiati anche Luca Di Bartolomei, figlio dell’indimenticato Agostino, per il suo libro «Manuale del calcio», il nostro vice caporedattore Pasquale Mallozzi e Alessandro Forti della Rai.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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