I risultati, l’involuzione di Hamsik e Cavani, la sfida con la Juve da dentro o fuori: Mazzarri deve rigenerare il Napoli
Metti una Signora, l’attesa, il dato di una vittoria nelle ultime 6 partite, la classifica, la paura di perdere tutto. E poi metti uno psicologo vestito da allenatore. Metti la Juventus – Napoli-Juventus – e poi Walter Mazzarri: rompicapo. Roba da perderci la testa, da non dormirci la notte. Conoscendolo,
e sapendo che già d’abitudine non è che dorma tanto, è facile pensare che il tecnico azzurro non abbia riposato granché al ritorno da Monaco e neanche ieri. Avrà pensato alla sconfitta con il Bayern, ai suoi e al futuro. Che deve tornare colorato d’azzurronapoli subito. Già domenica. Ecco perché contro la Signora i modi dovranno essere rudi. Vai, psicologo Walter. L’aspetto mentale, più che quello tecnico, è lo spartito sul quale Mazzarri sembra dover intervenire con urgenza maggiore: una vittoria in 6 gare è una miseria. E ancora: è vero che Cavani gioca troppo largo, magari anche troppo sacrificato, ma è altrettanto vero che il Matador sembra aver lasciato a casa, o chissà dove, quell’incredibile cattiveria agonistica che ne scavava il volto ogni partita di più. Più segnava, più dimagriva: e la fame aumentava in maniera incredibile. 0
E Hamsik? Stesso, identico, preciso discorso: Marek il terribile, quella sorta di cecchino infallibile che usava gli inserimenti come un kalashnikov, è diventato tenero come un agnello. Timoroso, più timoroso, con addosso la paura di sbagliare: ecco come si presenta. Ecco come appare. E Inler? Anche lui, a intermittenza, a sprazzi: momenti da leone e momenti in totale confusione. Il quadro clinico è chiaro: serve, con urgenza, lo psicologo delle migliori occasioni. Quello che, da quando ha messo piede a Napoli, ha rigenerato tanti uomini, intarsiato una coscienza da temerario alla squadra e regalato un sogno a una città intera. Un delitto, fermarsi sul più bello. Un delitto. La Champions è bella, sì, ma il Napoli non è ancora in grado di tenere banco con le migliori. Il campionato, invece, è a portata di mano: magari non da favoriti, ma se gli azzurri continuano a perdere terreno, la strada è segnata. La partita di domenica con la Juve, insomma, è un bivio: inutile girarci intorno, ma è già una sfida da dentro o fuori. Non una sfida scudetto, magari, come ha detto Buffon, ma di certo una chance d’oro per ridurre lo svantaggio di 5 punti dalla vetta e per restare lì, in zona Champions. Con fiducia rinnovata e quella fame che tanto piaceva. Vai, psicologo Walter.
Fonte: Il Domani dello Sport
La Redazione
M.V.
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