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Lo Monaco: “Il Catania farà la sua partita, pagherei per veder vincere una squadra del Sud”

I colleghi di Calcionapoli24.it hanno intervistato in esclusiva il direttore generale del Catania Pietro Lo Monaco.

Direttore, buongiorno. Sarà dunque il Catania, dopo una stagione meravigliosa, l’arbitro della Champions…
“No, in questi discorsi non c’entriamo e non vogliamo entrarci. Il Catania ha da fare il suo campionato fino in fondo cercando di chiudere nella posizione di classifica più onorevole possibile.. Abbiamo sempre onorato tutte le partite con la massima sportività. La storia parla per noi in tal senso”.

Finalmente negli ultimi anni il finale di stagione non è più così scontato. Il Bologna ha fatto la sua gara …
“Lei insiste. Questa considerazione si riallaccia alla precedente e, ripeto, in questo rush finale noi abbiamo un solo obiettivo: migliorare il nostro score e chiudere bene, davanti alla nostra gente, un’annata che ci ha regalato belle soddisfazioni. Stop”.

Come valuta lo ‘spezzatino’ di cui si è lamentato De Laurentiis?
“Noi non possiamo ammazzare i figli come fanno i coccodrilli e poi piangere. Ci sono esigenze del nostro sponsor numero uno, sponsor senza il quale il calcio farebbe notevole fatica. Lamentarsi quando subentra l’interesse proprio in determinati frangenti, non lo trovo efficace e soprattutto a mio avviso non è un atteggiamento serio, né serve a qualcosa. Sono i tempi, poi, ad essere sbagliati. Queste tematiche vanno affrontate in un tavolo programmatico ad inizio anno in un concerto complessivo di idee tra tutte le componenti. Ci si dimentica infine che il campionato si è dovuto fermare e che si sono accavallati alcuni impegni generando un concentrazione esagerata, ma necessaria, di match”.

Da uomo del sud, cosa occorre ancora, secondo lei, per vedere una squadra meridionale vincere lo scudetto o affermarsi in Europa?
“Oh mamma mia, a questa domanda si può rispondere solo con il cuore, dicendo che io pagherei  non so cosa, magari tutto l’oro del mondo, per far sì che si verificasse. Per certe ambizioni direi che solo il Napoli ha questa possibilità e, proprio per questo, ha il dovere di puntare al massimo”.

Quale giocatore del Catania vedrebbe bene in maglia azzurra considerando l’impianto di gioco di Mazzarri?
“Barrientos secondo me farebbe impazzire il San Paolo. Poi l’amico Lavezzi lo aiuterebbe ad integrarsi subito nel gruppo (ride, ndr) e questo è un aspetto molto importante. Ci sono anche Gomez e Spolli che, per rendimento e attitudini tecnico-tattiche,  li vedrei bene con la casacca partenopea”.

A proposito di Lavezzi, che idea si è fatto al di là delle puntuali speculazioni mediatiche?
“Voglio dire subito una cosa: io che ho Lavezzi non me ne privo mai. Lui è un calciatore che da solo determina la tattica per il suo modo di stare in campo”.

…Sì, ma c’è la famosa clausola …
“D’accordo, ma poi è necessario il cash per averlo. I soldi stanno nella bocca di tutti e nella tasca di nessuno”.

Si parla spesso, magari impropriamente, di un campionato italiano mediocre solo perché non ci sono battistrada capaci di spazzare via le avversarie. Non è il contrario visto che, forse, è cresciuto il livello complessivo, a differenza degli altri tornei d’Europa, di squadre come il Chievo, il Catania stesso, il Bologna?
“Sono assolutamente d’accordo. Guardi io, a proposito di livello complessivo e di crescita, dico sempre che la base per l’evoluzione di un club è il settore giovanile con relative strutture. Probabilmente in questo bisogna crescere ancora tanto …”

… Ma il progetto giovani del Catania, da Lei avviato, è all’avanguardia e, a livello strutturale, tra i primi in Italia e non solo. Il Napoli, in questo senso, è un po’ indietro …
“Il nostro centro è tra i più belli d’Europa, ma sa qual è la caratteristica principale? E’ aperto al pubblico. E’ pensato, studiato per essere frequentato, per renderlo vivo. Immaginate cosa potrebbe diventare l’idea che è divenuta realtà a Catania, in una piazza come Napoli. Significherebbe un boom, le voci economiche relative in bilancio lieviterebbero. Io dico che questo aspetto dovrebbe essere fondamentale per tutti i club e io ho invitato tutti i presidenti a fare un tavolo comune per studiare progetti”.

Questo vale anche per gli stadi chiaramente …
“Certo, ma non solo. A mio avviso gli stadi devono essere di proprietà dei club. In Italia, però, ci sono leggi vecchie che fanno venire la barba a tutti. Ma non è solo questo il punto. In Germania hanno lavorato su due aspetti: emolumenti e, appunto, strutture. In Italia l’80-85% del danaro va nelle tasche dei calciatori e, ovviamente non c’è la possibilità di reinvestire. In Germania, invece, la forbice è minore, ai giocatori va il 50% ed il restante viene rimesso in circolo per potenziare e sviluppare il movimento”.

Per concludere, non pensa che dopo questa corsa forsennata del Napoli al terzo posto, non sarebbe il caso di non fare drammi e, magari, concentrarsi sul campionato l’anno prossimo, per vincerlo, facendo passerella in Europa League?
“Lei fa il furbetto, io non ci casco. Mi sembra un po’ la domanda iniziale (ride, ndr).  Vuole mettere i soldi della  Champions con l’Europa League? L’interesse accompagna le ambizioni, vanno di pari passo. Ed è giusto che sia così. Ecco perché dico che il Napoli ha il dovere di fare il massimo. Il club partenopeo deve attestarsi in posizioni importanti sia in campionato che in Champions, competizione in cui, quest’anno, ha fatto esperienza figurando benissimo. Alla società, poi, va dato atto che ha investito tanto in questi anni. E’ chiaro, però, che non per tutti gli investimenti si ha la certezza che riescono bene. Il Napoli ha speso per prendere Britos, Dzemaili, Fernandez. Ha speso anche per prendere Fideleff …”

Fonte: calcionapoli24.it
La Redazione
C.T.

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