Felice Belloli è stato sfiduciato all’unanimità come presidente della Lega nazionale dilettanti dopo due ore di consiglio. Ha prevalso la linea di Carlo Tavecchio. L’ormai ex capo dei dilettanti italiani ha provato a tenere duro fino all’ultimo secondo, non rassegnando le dimissioni nel secondo consiglio di lega convocato in appena 24 ore, e lasciando la palla nelle mani dei presidenti regionali. A quel punto, Belloli ha lasciato l’aula mentre i presidenti dei comitati regionali hanno approvato la mozione di sfiducia. All’hotel Fiumicino, Belloli ha così concluso il suo mandato saltando sull’insulto (“Basta! Non si può sempre pensare di dare soldi a queste quattro lesbiche”) a lui attribuito e contenuto nel verbale del consiglio di dipartimento calcio femminile del 5 marzo.
IL SEGNALE — Belloli è dunque caduto per una frase confermata, oltre che dal verbale, anche da 5 testimoni che verranno ascoltati lunedì 25 dalla Procura federale. Ieri nel consiglio di lega Belloli aveva provato l’atto di forza, imponendo ad oggi il rinvio della discussione sulla sua posizione. Oggi, all’hotel Hilton di Fiumicino, alle 14.50 ha aperto i lavori di lega e, dopo aver approvato il bilancio di previsione per la stagione 2015-2016 (votato all’unanimità), ha annunciato che non si dimette rimettendo la volontà nelle mani del consiglio di lega. A quel punto, il consiglio ha posto ai voti la mozione di sfiducia, approvandola all’unanimità. I primi segnali di debolezza di Belloli erano già arrivati in mattinata, quando alle 11, nello stesso albergo a Fiumicino, aveva disertato il convegno “Nutrizione è salute” organizzato dalla Lnd insieme alla Federazione medici sportivi. Convegno al quale ha invece partecipato Carlo Tavecchio.
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