Difficilmente il Liverpool avrebbe potuto vivere una giornata più strana. E il paradosso è che l’ennesimo risultato deludente, il 2-2 col Sunderland sprecando incredibilmente un doppio vantaggio negli ultimi 10 minuti, è stato l’aspetto quasi più “normale” del pomeriggio dell’Anfield Road.
Jürgen Klopp, in primis, non era presente in panchina: fermato da un’appendicite, il tecnico tedesco ha con ogni probabilità visto i suoi ragazzi con la tv dell’ospedale dov’è stato operato. E se lo ha fatto, ha visto anche la clamorosa protesta inscenata da gran parte del tifo di casa al minuto 77 del match: tutti a casa con 13 minuti (più recupero) d’anticipo.
La motivazione? Il rincaro sui prezzi dei biglietti in programma per la prossima stagione: in certi settori dello stadio si potrà arrivare anche a 77 sterline a partita, ovvero, al cambio attuale, circa 100 euro. Ecco perché, negli scorsi giorni, è stato scelto proprio il minuto 77 per organizzare una protesta poi puntualmente messa in atto.
A far da contorno, i tanti striscioni che hanno affollato Anfield durante la gara contro il Sunderland: “Tifosi, non consumatori”, recitava uno. Un altro, invece, “£nough is £nough”, in sostanza “ne abbiamo abbastanza”, o “quando è troppo è troppo”, con la e di “abbastanza” volutamente trasformata in sterlina.
È l’apice di un malessere che da qualche anno sta invadendo la Premier League, sempre meno accessibile per le classi meno agiate e sempre più prerogativa di persone ricche e facoltosi stranieri che poco hanno a che vedere con il tifo vero, con i cori, con la passione per una squadra a prescindere dai risultati.
Ironia della sorte, con metà pubblico presente sulle tribune dell’Anfield Road il Liverpool si è sgonfiato: vinceva 2-0, si è fatto rimontare fino al 2-2 finale firmato da Defoe negli ultimi istanti di partita. E così, su Twitter è arrivata la puntura di Francis Jeffers, ex attaccante di Everton e Arsenal: “Ma sono andati via anche i giocatori?”.
Fonte: goal.com
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