Parli di Genoa – Napoli e la prima cosa che ti viene in mente è il gemellaggio, la festa promozione nell’ormai lontano 2006. Pochi però sanno che questa sfida, ritenuta non a torto una delle più belle del panorama calcistico italiano, nasconde un piccolo retroscena. Stiamo parlando della storia del tecnico del Grifone Fabio Liverani. Catapultato alla guida della prima squadra dopo una trafila nel settore giovanile rossoblù, l’ex centrocampista sembra aver trovato il bandolo della matassa dopo un inizio non dei migliori, riuscendo a rinsaldare la sua posizione grazie alla recente vittoria nel derby cittadino contro la Samp. Ciò che però in molti ignorano è che per Liverani quella con il Napoli sarà una sfida particolare, in quanto la vivrà da ex.
Andiamo però con ordine. Siamo alle soglie della stagione 1995/96. Il Napoli allenato da Vujadin Boskov si appresta a disputare un campionato di metà classifica complici gli evidenti problemi offensivi. Poco più giù in termini anagrafici la Primavera guidata da Enzo Montefusco cerca di proseguire la valorizzazione di giovani talenti da mandare in prima squadra. Non sono ancora gli anni bui del pre-fallimento, ma il Napoli è già entrato in quella spirale discendente che di li a poco condurrà il club prima alla B e poi alla bancarotta. Urge quindi liquidità, i pezzi pregiati vengono a mano a mano venduti e la Primavera diventa un serbatoio utilissimo per trovare ricambi all’altezza. Dal settore giovanile azzurro in quegli anni sono usciti giocatori come Fabio Cannavaro, Pino Taglialatela e il compianto Carmelo Imbriani. Naturale quindi che la dirigenza abbia un occhio di riguardo alla formazione allenata da Montefusco. Ed è proprio in quel frangente che Liverani fa il suo ingresso, seppur breve, nella storia del Napoli. Nato da padre italiano e madre somala, Liverani inizia a dare i primi calci nella Lodigiani. Un breve passaggio a Palermo e poi, all’età di 19 anni, la chiamata del Napoli. Aggregato alla formazione Primavera Liverani avrà diverse difficoltà di ambientamento. In mezzo al campo, pur mettendo in mostra una tecnica superiore alla media, patirà la lentezza e la macchinosità di certi movimenti. Dopo una stagione di alti e bassi, a 20 anni appena compiuti, arriva la decisione di non rinnovargli il contratto e di non farlo esordire in prima squadra. Il destino di Liverani si scinde da quello del Napoli. E mentre gli azzurri continuano il loro naufragio che neanche nel giro di una decade li condurrà al fallimento, Liverani, dopo un altrettanto infelice parentesi al Cagliari è costretto a ricominciare dalle serie minori. Nocerina e Viterbese prima dell’esplosione a Perugia. Lazio, Fiorentina e Palermo prima di appendere le scarpette al chiodo. Ed ora è seduto sulla panchina del Genoa. Mentre sugli spalti sarà gran festa, lui penserà a quei nove mesi all’ombra del Vesuvio. E forse anche con un pizzico di rammarico per una storia stroncata sul nascere.
Servizio a cura di Giancarlo Di Stadio
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