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RILEGGI LIVE – Sarò con te, il regista Bosello: “Il protagonista non può che essere Spalletti. Ci sarà anche una serie”

Bosello: “Gli uomini sono stati certamente influenzati dalla telecamere, perché non sparisci mai fino in fondo. E’ tutta farina del loro sacco, ma sicuramente un minimo ha inciso anche la presenza delle telecamere. Segreto dello scudetto del Napoli? Lo scudetto è un fattore che moltiplica per 1000 per tutti i protagonisti sia quelli che stanno sul campo e quelli che stanno fuori dal campo. In una squadra di calcio ci sono degli equilibri davvero delicatissimi. C’era un’amalgama fortissima, come diceva Spalletti questa era una squadra fatta da brave persone. Il merito della vittoria è sicuramente dell’area tecnica e dell’area sportiva allargata: tutti quanti hanno contribuito alla vittoria del campionato. Spalletti è Sean Connery”.

Andrea Cini: “Spalletti? Veniamo dalla stessa parte della Toscana, ed io li conosco quelli come lui perché lui è molto legato alla sua terra. Spalletti non faceva discorsi motivazionali, ma diceva le cose sue: che sono uniche al mondo. Spalletti non è interpretabile”

Bosello: “Nel documentario ci sono tutti quei momenti in cui hanno detto: ‘Questa non la mettere’. Sono stato cacciato svariate volte dallo spogliatoio. Spalletti è una figura tragica, è quello più di tutti che assomiglia ad una tragedia greca. Lui, ed il suo metodo del samurai, mi ha dato l’ispirazione per chiudere il film. Non ho mai pensato di gettare la spugna, nelle difficoltà trovi l’ispirazione. Questa cosa resterà per i prossimi 30 anni. “.

Andrea Cini: “Il momento più difficile è stato quelli di far uscire i calciatori fuori dal seminato. Il momento più bello? Quando Spalletti negli spogliatoi spiegava a Kvaratskhelia come liberarsi dalla doppia marcatura.  Altri momenti belli sono sicuramente il ritorno a Capodichino dopo la vittoria con la Juve ed Udine”.

Bosello: “Hanno lavoranto circa 80 persone a questo documentato. I costi? Ci sono dei costi standard, questo è inserito nello standard dei top documentari. Questo è costato 6 mila euro al minuto, anche 10 mila euro. Al presidente è piaciuto il materiale che abbiamo girato ed ha detto: ‘Facciamoci il film, merita di essere guardato al cine’. Questo documentario andava fatto perché rimarrà alla città. Al cinema si vivrà una nuova esperienza collettiva. Momento più bello? Un’immagine di Spalletti da solo al Maradona con me. Momento più  divertente? Quando il presidente ha reso noto che avremmo realizzato il film e la serie”.

Andrea Cini: “Persone extracalcio ci hanno aiutato a raccontare la napoletanità oltre al calcio”

Bosello: “E’ un documentario al 101%, i protagonisti extrasportivi servono da coro, ovvero definisciono certi caratteri. Il film è nata da una serie che avrà luce dopo il film. La serie racconterà anche l’addio di Spalletti”.

Bosello: “La città è diventata protagonista, anche perché dopo 33 anni un’intera generazione ha visto la vittoria dello scudetto per la prima. Non pensavo che ci fosse quest’anima collettiva. Giocatori che hanno i tempi del cinema? Elmas, Juan Jesus, Kvara nella sua lingua, tantissimo Osimhen (personaggio drammatico). Osimhen mi ricorda un Denzel Washington. Il momento più brutto è stata la sconfitta con il Milan. Stesso il mister diceva che non era colpa nostra. Poi per punizione siamo stati ‘sbattuti’ nella sala stampa di Torino. Devo dire la verità il film c’è anche grazie al Milan e alla Salernitana”.

Andrea Cini, executive producer: “Quando c’erano le sconfitte è stata dura far entrare le telecamere nello spogliatoio? Sì, all’inizio ma poi quelli sono i momenti ‘migliori”.

Bosello: “Siamo abituati a seguire le regole di una scuola documentaristica, visto che veniamo da 15 anni di National Geographic. Dovevamo sintetizzare i fatti e renderli attraenti. I caratteri dei protagonisti vengono fuori  e, quindi,  anche i conflitti. Ci sono stati dei filtri? Pian piano, anche i più burberi riescono ad essere se stessi. Tutti quanti hanno raccontato qualcosa di sincero e di emotivo. I calciatori hanno un modello prestabilito, ma questa volta si sono raccontati. Perchè siamo partiti proprio la stagione scorsa? Siamo partiti quando il Napoli di Spalletti era diventato fortissimo, anche perché l’anno prima aveva perso lo scudetto per pochi punti. Stesso io avevo pensato che il gioco valesse la candela. Quando

Bosello: “La genesi di questo documentario parte da molto lontano, con la Filmauro abbiamo scritto una serie sui sette anni di Diego a Napoli che stiamo continuando a produrre e a lavorare. In questi anni ci siamo ritrovati a discutere spessissimo. Ma se il Napoli dovesse vincere lo scudetto, visto che dal 2020 all’anno scorso è stato sempre ai primi posti, perché non mettere le telecamere nei posti giusti per raccontare una cosa che non accade da generazione. Quest’idea sposata da Luigi e Aurelio De Laurentiis è stata una gestazione. La squadra è un luogo delicatissimo, è ricco di tensioni naturali dello sport, uno vuole star tranquillo e una telecamera cambia l’atmosfera. Piano piano siamo entrati nello spogliatoio attraverso l’occhio di una sola persona e ha trovato i punti di vista giusti per raccontare questa storia. Ci siamo accorte che persone estranee a questa strettissima famiglia possono smuovere delle cose. All’inizio bisogna farlo con delicatezza”.

Bosello: “In questa stagione gli antagonisti sono stati sportivi, non c’è stato un antagonista nel campionato, perché il Napoli ha vinto uno scudetto ‘facilmente’, è stata fantastica la cavalcata. Il protagonista in alcuni momenti del campionato dove la squadra si è arresa alla sconfitta. Il presidente è il motore di questa squadra, ma è presente solo all’inizio di questa storia, proprio perché la innesca con quella frase. Non è un antagonista e nemmeno il protagonista, dà l’incipit alla storia”.

Bosello: “Non è mai stata vista la storia in questo modo, dentro questo punto di vista, lo spogliatoio. Non è il solo spogliatoio di Castel Volturno. E’ difficilissimo entrarci, anche l’autobus può essere considerato uno spogliatoio. Ci siamo accorti che Luciano Spalletti era il protagonista di questa storia. Guardando il materiale, non potevamo non puntare su di lui. Lui ama definirsi un contadino e un grande uomo di sport. In lui abbiamo trovato il protagonista, così come anche nella città”

Benvenuti alla diretta testuale della conferenza stampa del regista del film ‘Sarò con te’, Andrea Bosello, che sarà presentato questa sera alle 20:23.

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